Wired, “Chi ha portato a Cesena i FooFighters ha tanto da insegnare alle aziende”: In questo progetto c’è tutto: leadership, scelta della squadra, convincimento e coinvolgimento in un progetto comune (i soci scelti all’inizio lo coglioneranno, poi capiscono che “si può fare” e “ci stanno”), passione per un obbiettivo (tutti amano i FooFighters), comunicazione, contatto con i fornitori, business plan ben definito (crowdfunding), energia, fallimento, reforecast (vuol dire che ti eri prefissato un obbiettivo e lo devi riparametrare) risalita, obbiettivo raggiunto, e di nuovo comunicazione.
Alessandra Daniele, “Fiumi di cazzate”: Per quanto sia stato sopravvalutato in patria, Renzi all’estero non è mai stato preso sul serio. Eppure è proprio li che si rifugia sempre più spesso, perché il teatrino dei vertici internazionali è l’unico che gli consenta ancora di recitare il suo ruolo di giulivo piazzista.
dodicirighe, “Non fiori ma tachipirine”: Potrei stare qui a dire che il vento le soffiava tra i capelli mentre eravamo in bicicletta. Un tipico cliché romantico. O che una delle sue ciglia era sulla guancia e gliel’ho tolta io perché lei non la trovava su mie indicazioni. Che abbiamo guardato le stelle assieme, e camminato così vicini da annullare qualsiasi concetto di distanza. Potrei dire queste cose, e forse sono anche accadute.
Linkiesta, “Il pensiero computazionale: uno strumento logico per tutti”: il ruolo dell’informatica nella scuola primaria e secondaria, come quello della matematica, è duplice, sia pratico che formativo: – dal punto di vista pratico l’informatica è un’abilità utile per gli studenti perché qualunque lavoro svolgeranno in futuro la componente digitale sarà importante; – dal punto di vista formativo l’informatica è un validissimo strumento intellettuale per sviluppare abilità concettuali essenziali che saranno utili agli studenti, qualunque sia il loro sviluppo professionale.
Strade, “Chiuso il Cocoricò. Chiudiamo anche Riccione?”: Da un punto di vista politico-mediatico, il provvedimento del Questore di Rimini, adottato a furor di popolo, deve invece considerarsi tanto inevitabile, quanto inutile. Un segnale obbligato, ma vano di intervento da parte delle istituzioni, a cui, come ci informano i giornali di oggi, seguiranno direttive più stringenti e severe da parte del Viminale. Il fatto è che non c’è – e non ci può essere – alcuna relazione tra l’intensificazione delle attività di contrasto e la riduzione della diffusione delle sostanze illegali.