alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 27.07.15

Standard

Il Post, “Giovanni Allevi e io”: Saturnino ha scritto un libro sulle persone che ha incontrato facendo il musicista da trent’anni: parla bene di quasi tutte.

Internazionale, “A Roma non è questione di degrado e di decoro”: Non è difficile considerare invece come degrado e decoro siano due pseudoconcetti, due termini che riguardano la percezione della città e non il suo reale funzionamento. Dall’altra parte è anche evidente constatare – come ad esempio mostra il libro fondamentale di Tamar Pitch Contro il decoro (Laterza 2013) – che fare politica in nome di queste retoriche, opposte e complementari, occulti la mancanza di interventi pubblici nei confronti delle classi povere e rimuova tutte le altre questioni strutturali: dalla corruzione, al clientelismo, alle diseguaglianze materiali, a una criminalità che, come sappiamo dall’inchiesta Mafia capitale, è addirittura di matrice mafiosa.

Carta Resistente, “Ebbasta con l’animazione”: Chiariamoci: io sulla spiaggia non voglio essere “animata”, semmai rivendico il mio diritto a svenire in pisolini ricorrenti, a cadere in uno stato catatonico da sole, bagni, settimana enigmistica e letture leggere.

Gli Stati Generali, “La dura vita del traduttore”: Egli è un ponte, non solo tra due lingue ma, aspetto ben più rilevante, fra due culture, è quella figura che si prende la responsabilità di trasportare messaggi, figure, ambienti e personaggi in un tessuto culturale diverso permettendo così la comunicazione e lo scambio interlinguistici. Il traduttore è un equilibrista, sempre alla ricerca del giusto mezzo, del modo per conservare nell’altra lingua quanto l’autore straniero gli sussurra senza che il messaggio perda forza. Il ruolo del traduttore è quindi più che importante, basti pensare a cosa sarebbe stata la letteratura se non avessimo avuto coloro grazie ai quali oggi possiamo leggere, nella nostra lingua, un Tolstoj, un Murakami, un Larsson, per citare qualche nome noto a tutti. Senza contare che da una buona o cattiva traduzione può dipendere il successo di un libro (pensiamo a un Dan Brown o a un Harry Potter mal tradotti). Detto ciò, sembra allora più che giusto chiedere e sperare che il mestiere di traduttore venga riconosciuto come merita.

Mantellini, “Il brutto sottopelle”: In un Paese con le pezze al culo come il nostro qualcuno dirà che la bellezza e la precisione sono un di più, una cosa da ricchi, un elegante argomento da sollevare una volta risolte le questioni fondamentali. È una cazzata. Siamo delle brutte persone anche perché il brutto ci circonda e ci governa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.