alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 10.06.15

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doppiozero, “Ipermodernità”: Le modificazioni che riguardano la capacità umana di orientarsi rispetto al tempo e allo spazio sono cruciali per comprendere i processi di cambiamento che sono attualmente in corso nelle società ipermoderne. D’altronde, la modernità, come ha messo in luce Anthony Giddens nel volume Le conseguenze della modernità, ha potuto svilupparsi proprio perché ha saputo attribuire uno statuto indipendente al tempo e allo spazio, teorizzate per la prima volta come categorie distinte tra loro e rispetto alle esperienze sperimentabili nell’ambito della vita quotidiana.

FFlab, “Che se dipendesse da me”: Che se dipendesse da me, io li andrei a prendere. Tutti. Portaerei, cacciatorpediniere, velieri della scuola nautica, yacht, navi da crociera, pescherecci. Che sbarcano con la Banda che suona l’inno europeo. Un ponte aereo. Ok solo bagaglio a mano fino a 15 kg. Tanti pulmann lungo le coste maghrebine, fino allo Stretto di Gibilterra, poi su, lungo le autostrade, bambini, donne, uomini perseguitati, che ci salutano sporgendosi dai finestrini, noi europei che applaudiamo e gli lanciamo cioccolata e sigarette, come i soldati alleati che ci liberavano dal nazifascismo, dal razzismo, dalla fame. Salvare, liberare, proteggere, questo dovremmo fare se fossimo davvero una società migliore, una cultura migliore, una religione migliore, delle persone migliori.

BBC, “James Last: Big band leader dies at 86”: He gained a large and loyal fanbase – but was derided by many music purists who did not like his middle-of-the-road versions of classic tunes.

La valigia di Van Gogh, “Io sto dalla parte dello sguardo”: Sto dalla parte dello sguardo poetico, perché è il momento centrale dell’atto fotografico. La scoperta, il riconoscimento o l’invenzione del mondo alloggiano lì. Sto dalla parte dello sguardo come respiro di ogni momento. Sto dalla parte dello sguardo responsabile contro lo sguardo distratto, indifferente e immorale.

La Zitella Felice, “Lettera ai pubblicitari della Huggies (e certi loro colleghi). Sì, quelli dei pannolini.”: Gentilissimi, mi è capitato di recente di subire lo spot da voi ideato per la nota casa di pannolini Huggies. Tale pubblicità, per chi avesse avuto la fortuna di NON incapparci, non si limita a sottolineare le differenze anatomiche tra i pannolini (rinforzino sul davanti e rinforzino al centro, laddove – si pensa – il flusso possa essere più abbondante), che la Pampers tra l’altro aveva già scoperto vent’anni fa ma vabbé. No, la pubblicità Huggies è praticamente un inno alle differenze “di genere” proponendo che: “Lei penserà a farsi bella, lui a fare goal. Lei cercherà tenerezza, lui avventure. Lei si farà correre dietro, lui invece ti cercherà. Così piccoli e già così diversi.”

Letizia Sechi, “La cultura che non costruisce trincee: pensierini su come la musica può servire per capire la complessità”: Che vogliate guardare alla musica come scienza o come arte, in entrambi i casi vi accorgerete che – a prescindere dalla sovrastruttura culturale di cui volete occuparvi (classica, jazz, etc., dicevamo) – la musica rimane la stessa, nella sua essenza. È una forma di espressione universale, antichissima, che arriva ben prima della nostra capacità di classificare e suddividere; ben prima che sviluppassimo quell’occhio acuto capace di spaccare il proverbiale capello in quattro, rendendoci meno abili nel guardare le cose da lontano e di notare quanto siano parti di un tutto più ampio.

The Post Internazionale, “Ricordando Giacomo Matteotti”: Il 10 giugno 1924, dopo essere stato sequestrato nei pressi della propria abitazione, il deputato socialista Giacomo Matteotti veniva ucciso da una squadra composta da cinque fascisti.

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