A volte lavorare significa presidiare un posto, a volte controllare altri, fare disegni, parlare di cose che non si conoscono a persone che tanto è uguale, mettere i dischi, recuperare alpinisti in difficoltà, dare in affidamento animali abbandonati, dare in affidamento esseri umani ritrovati. Lavorare è anche quando offri possibilità, chiudi porte e finestre, le apri per cambiare l’aria in appartamenti che non sono il tuo, riaccompagni a casa bambini in lacrime, decidi chi fa cosa, consegni progetti, controlli cantieri, impari lingue nuove perché il mercato è cambiato, ti scordi come si scrive tanto poco ti serve. Ma lavorare è anche provare brani di Strauss fino allo stremo per eseguirli a capodanno, fischiare un’invasione in una finale di pallavolo che non c’era, ascoltare tabelline all’infinito, guidare da remoto pattuglie di volo acrobatico, riparare cestelli della lavatrice, trovare i refusi nei libri, pulire di notte i resti negli stabilimenti in cui si fanno prodotti alimentari con la carne. Il filosofo, ecco io vorrei tanto fare il filosofo anche se non so sinceramente da dove si inizi e cosa fa, un filosofo praticamente, tenendo conto che è tutta teoria. O uno di quei mestieri di cui parlano tutti ma non si sa esattamente chi li faccia: chi sta nella stanza dei bottoni, chi mette in pratica strategie di cambiamenti climatici controllati attraverso l’emissione di scie chimiche, un componente chiave del Bildelberg, Elena Ferrante, la mente di una qualsiasi società segreta, il capo della mafia, il gufo che trama contro il governo, il regista della CIA che ha architettato l’11 settembre. Ci sono quindi persone che consegnano e ritirano libri dati in prestito e altre che comprano e vendono qualunque cosa. Il commercio, che passione. Ma vogliamo parlare di chi munge gli animali da latte? E chi coordina l’inseminazione di quelli da allevamento? E i poliziotti? E quelli che vivono sulle piattaforme petrolifere? Non so se esista, sarebbe bello però consultare un annuario delle professioni, tutti i mestieri dalla A alla Z, un’enciclopedia che non sono sicuro che potrebbe risolvere il problema della disoccupazione illustrando a chi non ha un lavoro tutte le possibilità e le combinazioni di attitudine, competenze e iniziativa che esistono al mondo. Di certo troverebbe estimatori come il sottoscritto, gente che passerebbe ore a cercare che cosa fa, altra gente, per vivere.