Non è la prima volta in cui l’assessore alla cultura si presenta con vistose calzature da trekking in ambiente urbano, ormai la cittadinanza è abituata ad accettare questo vezzo di informalità e soprattutto costituisce materia di distrazione se, al momento di tenere il discorso, nessuno lo ha provvisto di un microfono da esterni e ci tocca fare silenzio anche se i rumori dell’ambiente non li può zittire nessuno. D’altronde oggi in cui si celebra la “Giornata senza musica” ogni sistema di diffusione audio è bene tenerlo al chiuso nei negozi che li noleggiano, per fugare qualsiasi tentazione.
Anch’io ho sperato fino all’ultimo che piovesse, così la festa poteva sembrare un’iniziativa qualsiasi guastata dal brutto tempo in cui è meglio lasciare casse e strumenti musicali al coperto. Invece no, non c’era il sole ma comunque nemmeno una goccia d’acqua e qualche multa perché qualcuno si è messo a canticchiare qualcosa si è vista. In un caso io mi sono astenuto a fatica dalla delazione. C’era un tizio che fischiettava il che, oltre a essere un comportamento vietato nella “Giornata senza musica”, è una pratica davvero desueta e di altri tempi. Fischiava una nota aria del secolo scorso, un retaggio dei recenti festeggiamenti dei cent’anni della Liberazione che gli dev’essere rimasto in testa dopo le manifestazioni di ieri. Non è stata però una bell’idea quella di inaugurare un nuovo monumento proprio nel giorno del silenzio, come i più lo hanno ribattezzato. Ci sarebbe stata bene la banda, il coro della scuola civica di musica, magari i bambini delle elementari con le loro app di audio editing.
Invece niente. L’assessore che sembra un montanaro parla senza che lo senta nessuno davanti a una parete su cui sono state applicate centinaia di facce di gesso sorridenti. È questa l’opera che un artista locale ha donato ai cittadini. Centinaia di riproduzioni di volti degli abitanti del paese – tra cui ci sono anch’io – ricavate da calchi realizzati sui visi sorridenti dei volontari che si sono prestati all’iniziativa. Carino no? Conclusa la parte dei discorsi ufficiali – anche se incomprensibili da dove sto seguendo l’inaugurazione – ci avviciniamo per cercarci come si fa al cimitero. Dove ti hanno messo?, ci viene da chiedere a chi abbiamo vicino. Ed eccomi lì, identico all’originale. Non avevo dubbi, con il naso che mi ritrovo sono facile da riprodurre, in qualunque modo, anche ad opera di uno scultore.
Mi avvio per rientrare a casa, a mia figlia che mi ha accompagnato non è piaciuto nulla di tutto ciò, lei è in quella fase adolescenziale in cui senza coetanei fa tutto schifo. Io penso che alla sua età ascoltavo Lio e mi scappa di canticchiare il ritornello di “Amoureux solitaires” senza accorgermi che il capo dei vigili è lì a due passi, mi sente e mi fulmina con lo sguardo. Mi viene il dubbio di essere stato ripreso per il testo, ma forse solo io collego il concetto di amore solitario alla masturbazione, o forse alla masturbazione collegavo Lio ai tempi, con la gonna di pelle al ginocchio. Comunque no, era sempre per la “Giornata senza musica” a cui so benissimo che non mi abituerò mai come quando avevo comprato la Alicia DeLonghi e per un paio di mesi buoni avevo continuato a mettere la caffettiera sul fornello, accorgendomi fortunatamente in tempo del guaio che stavo per combinare. E anche oggi mi va di culo, niente contravvenzione. Il capo dei vigili mi ha riconosciuto come la faccia di gesso venuta meglio e, per una volta, ci passa sopra.
Quando ho letto il titolo mi son detta: noooooooo la musica è la mia passione, il mio lavoro, la mia vita. Poi con il senno del dopo ho pensato: ma che bello un giorno completamente senza, giusto per non venire assordati tutto il tempo. E forse così facendo di tornerebbe a gustare il suono e l’armonia quando c’è. Grazie!!!!
Infatti: stare un giorno senza musica permette di godere degli ascolti degli altri giorni, in una sorta di digiuno purificatore