Il conto alla rovescia è partito: il 9 aprile prossimo venturo una mano ingrata abbasserà la leva, spegnerà l’interruttore, manderà in esecuzione un bel format c o semplicemente staccherà la spina al FriendFeed, il migliore dei mondi sociali sull’Internet possibili. Se non siete tra i frequentatori, il FriendFeed – o confidenzialmente Frenfi – è (anzi, a breve “era”) un social network di quelli vecchio stile, austero e senza tanti optional, l’evoluzione dei primi centri di aggregazione per malati di rete che avevano spostato sul web sociopatici, cuori solitari, avventurieri, curiosi, nerd, timidi e superdotati di ego, proprio come nelle mailing list di fine secolo scorso, se siete della mia generazione. Nato come concentratore di contenuti provenienti da altre piattaforme, a seguito principalmente di un ammutinamento della comunità italiana il Frenfi si è autoproclamato libera comunità di pensatori e cazzari, più cazzari che pensatori, un coacervo anarcoide di personalità sempre pronte a far comunella, percularsi o litigherellare all’insegna dei più disparati argomenti di conversazione, dalla filosofia pura alla pasta alla carbonara, in un mix di boutade, quotidianità, pics di tette e membri maschili, autoritratti, politica, bestemmie e nonsense. Si erano già verificati malfunzionamenti e indisponibilità dei servizi, e il fatto stesso che nessuno – dall’acquisizione da parte di Facebook – si preoccupasse di aggiornarne l’interfaccia o aggiungere funzionalità aveva alimentato il sospetto che il socialino più coinvolgente sul mercato avesse i giorni contati. Fino alla doccia fredda di un paio di giorni fa, con il comunicato ufficiale dell’interruzione delle trasmissioni. Notificata la data di morte i più hanno gettato la maschera e la privacy di nomignoli astrusi – plus1gmt è forse uno dei meno ostici – e si sono precipitati allo scoperto, divulgando identità e contatti per non perdersi di vista con i sodali di tante battaglie contro la mancanza di gusto, il grillismo e le destre più o meno collaterali, l’omeopatia, l’ingenuità degli utenti dei socialcosi più blasonati e molto altro. Come un popolo vittima di una diaspora, gli utenti del Frenfi hanno già occupato spazi alternativi anche sull’odiato regno di Zuckerberg, e sono pronti a ricompattarsi per ricostituire un centro sociale con le stesse caratteristiche di quello dal quale stanno per essere sgomberati. Sul Frenfi ho conosciuto e imparato ad apprezzare persone – o presunte tali – che al di qua dello schermo davvero non mi era mai capitato di incontrare. Non so dirvi il perché, magari conta il fatto che a forza di omologare il linguaggio, le dinamiche di gruppo e le modalità relazionali alla fine si inizia a non poter fare a meno gli uni degli altri. O forse anche questa è amicizia, ma solo il fatto che si consumi tra le pagine dinamiche dell’Internet difficilmente ne riusciamo ad ammettere la veridicità. Vi direi di provare a iscrivervi per l’ultimo mese in cui il Frenfi sarà in vita, ma pare che il sistema sia già stato bloccato. Pazienza, sarà per la prossima vita, o per il prossimo socialcoso. Ciao o, anzi, come si diceva sul Frenfi, Giao. O, anche, ultimamente, Ciaone.
orgoglio cazzaro.
Non sapevo dell’esistenza di questo social!
Peccato, un piccolo pezzo di storia che se ne va
già, tutta la comunità è in lutto
Immagino!