Tutto il baraccone della fantascienza tele-cinematografica e delle sue derive nelle saghe dei supereroi – quello che Paola Casella nella recensione di Birdman su Mymovies definisce “infantilizzazione irreversibile del pubblico” – e che ha trovato nell’Internet un canale disinvolto di raccolta, catalizzazione, divulgazione e cura nerd dei dettagli prima esercitata solo nell’equivalente dei cosplayer a quelle strambe riunioni dei fan dei titoli che hanno fatto la storia di quel genere, si è affacciato con foga su socialcosi e webzine specializzate a piangere la scomparsa di Leonard Nimoy, le orecchie più famose dei viaggi interstellari e vera e propria icona della saga di Star Trek. Si tratta di un filone da ragazzini che a un certo punto un paio di generazioni di ragazzini ha fatto diventare un filone da adulti e, di conseguenza, roba di culto. Ci sono cascato pure io, anche se sono più della parrocchia di Spazio 1999 se non altro per il fascino della dottoressa Russell e, in generale, lo stile più consono ai miei gusti e l’estetica del Capitano Koenig e dei colleghi e degli ambienti del comando della base lunare Alpha. Poi non ho mai capito se è stato Mork a copiare il signor Spock (o come alcuni lo hanno sempre chiamato Dottore) nel suo gesto vulcaniano o viceversa, insomma chi cita chi o magari si tratta solo di una coincidenza. Ma la vera coincidenza è che ieri sera ho visto Birdman, un film senza confronti per il modo in cui il cinema parla del cinema e del teatro, con attori che nella trama fanno riferimento ai se stessi attori nella vita reale, e che mi ha fatto riflettere sull’identificazione tra chi recita e il personaggio per il quale viene ricordato poi dai posteri. Il mondo e non solo Hollywood è pieno di esempi, e va bene così perché comunque è tutto business ed è il bello dell’industria cinematografica, ma sarebbe interessante vedere poi dentro alle donne a agli uomini che la massa considera solo una tracimazione tra la pellicola e la vita in carne ed ossa che cosa rimane. Si impazzisce a causa del proprio ruolo? Davvero si impara a volare se si acquista notorietà per gli effetti speciali applicati alla propria persona? Non so. Comunque Star Trek non l’ho mai seguito con costanza,l’eccessiva sovraesposizione alla lunga me lo ha reso inviso.
[Star Trek] “Si tratta di un filone da ragazzini che a un certo punto un paio di generazioni di ragazzini ha fatto diventare un filone da adulti e, di conseguenza, roba di culto.” e poi: “Comunque Star Trek non l’ho mai seguito con costanza,l’eccessiva sovraesposizione alla lunga me lo ha reso inviso.”
Mi dispiace che tu abbia vissuto così questa serie. Penso tu ti sia perso molto. Nei suoi alti e bassi – la serie conta di centinaia di episodi e 12 film, non tutti di alta qualità, qualcuno vera schifezza – Star Trek ha introdotto nell’immaginario fantascientifico delle vere pietre miliari, un po’ come le tre leggi della robotica di Asimov. Non solo: Star Trek, la serie classica, ha anche dei primati rivoluzionari che oggi passano insosservati, ma che all’epoca non lo erano: il primo bacio nero-bianco e il primo (mezzo) alieno – Spock, appunto – in una astronave di umani. E no, non faceva il lavapiatti e non dominava gli umani. Era pari agli altri. Senza contare la parte (fanta)scientifica, con molte intuizioni e invenzioni non banali: ci sono dei libri in proposito.
La serie classica ha ingannato molti adulti a causa del suo basso budget di produzione, ma i giovani di allora hanno saputo apprezzare le novità prima di altri. Star Trek non è fantascienza (solo) per ragazzini. Nel complesso la qualità è molto buona. Se hai la possibilità, mettiti comodo e inizia a vederli dall’inizio, uno dietro l’altro. Scoprirai un mondo.
ilcomizietto.fandistartrek
“Davvero si impara a volare se si acquista notorietà per gli effetti speciali applicati alla propria persona?”
Pensa a Reeve Christopher…
sapevo che qualcuno si sarebbe arrabbiato 😉 La fantascienza proprio non fa per me, ma nemmeno da ragazzino – a parte Spazio 1999 e un piacevole ricordo della trilogia galattica – ne sono mai stato un fan. Ho persino un ricordo remoto di un qualcosa vista alla tv da bambino che mi ha messo moltissima paura fino a ano farmi dormire la notte, e forse la mia ritrosia deriva da lì.
povero…
Non sono affatto arrabbiato. 🙂 Sei tu che ti perdi qualcosa, mica io!
Ma veniamo al dunque. Per esperienza so che questo disamore si manifesta quando si dà troppa importanza alla parte “scientifica”. Un grosso errore, perché la fantascienza è solo un trucco per mettere alla prova la nostra immaginazione sul presente. Cosa accadrebbe “se”? Se potessimo incontrare alieni? Se potessimo vivere in eterno? Molto spesso la fantascienza non fa altro che portare alle estreme conseguenze quello che viviamo oggi. La fantascienza sembra che parli del futuro, ma parla del presente.
(E poi c’è la fantateologia. https://ilcomizietto.wordpress.com/2012/05/11/libro-il-pianeta-del-miraggio/ )
la parte scientifica è quella che noto di meno, mi piace invece notare le ambientazioni, i costumi e particolari. Quanto alle domande sui “se”, forse sta lì il mio limite, ho la fantasia troppo condizionata dalla realtà.