i Talking Heads più influenti sull’intelligenza dei neonati di Mozart?

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Un recente studio indipendente di un gruppo di ricercatori del dipartimento di Neuropsichiatria Prenatale della Michigan State Science Academy (MSSA), guidato da James F. Baxter, ha finalmente interrotto il primato delle composizioni di Mozart come principale vettore musicale in grado di influenzare e stimolare l’intelligenza dei bambini in gravidanza. Gli scienziati hanno infatti pubblicato il risultato dei loro studi condotti su campioni di mamme in diverso stadio di gestazione. Sono stati esaminati gruppi di un centinaio di donne ciascuno che si sono prestate a una serie di ascolti secondo un procedimento empirico che ha portato a non poche sorprese. La musica di Mozart infatti si classifica solo al sesto posto nella graduatoria delle composizioni più utili a sviluppare l’intelligenza nella fase prenatale dei nostri figli. Dei numerosi bambini che, dopo la nascita, sono stati seguiti durante il primo periodo di crescita, quelli più brillanti e ricettivi all’apprendimento sono risultati essere i micro-ascoltatori delle canzoni del celebre gruppo americano dei Talking Heads. Il professor Baxter e i suoi accademici non hanno nascosto il loro stupore considerando l’imprevedibilità strutturale delle canzoni pop wave della band di David Byrne, spesso ritmicamente sfuggenti e costruite su dinamiche ed equilibri armonici destabilizzanti. Una vera e propria antitesi rispetto a una certa matematica dei suoni su cui si dipanano le trame della musica classica di geni indiscussi come Mozart o Bach.

Lo studio è riuscito persino a portare a termine un retro-assestment su alcune persone che, nate nella seconda metà degli anni settanta e cresciute nei primi ottanta, quando cioè i Talking Heads erano sulla cresta dell’onda, sono state involontariamente raggiunte dalle radiazioni benigne di album come 77, More Songs About Buildings and Food, Remain in light o True Stories, tanto per citare alcuni dei lavori che venivano passati alla radio e alla tv e che quindi, con entità differente, beneficiavano di apertura mentale ignari nascituri. In alcune zone degli Stati Uniti, da quando si è diffusa la notizia, cd e lp dei Talking Heads stanno di nuovo andando a ruba e non sono pochi gli influencer che cercano di far leva sull’opinione pubblica affinché il gruppi torni a suonare insieme nella formazione originale. Nei reparti di ostetricia, ginecologia e presso le sale parto degli ospedali americani più all’avanguardia, medici e personale infermieristico coadiuvano le fasi cruciali delle neo-mamme sulle note di Memories Can’t Wait, di Wild Wild Life o di Girlfriend Is Better. Compagni e futuri padri passano ore a strimpellare chitarre contro le pance delle mogli improvvisandosi improbabili tribute one man band per spianare la strada intellettiva delle proprie creature. Per molti fan la bella notizia non è tanto che scienza e musica vadano a braccetto o che si sia trovato una modalità per controllare e guidare lo sviluppo delle persone quando ancora sono nel loro mondo parallelo dentro la mamma alternativo alla più diffusa procedura che vede al centro l’autore della Piccola Serenata Notturna. Piuttosto il fatto che oggi i Talking Heads possano godere di una nuova fama e che davvero, non si sa mai, magari tempo quest’estate e tornino a suonare live, anche qui in Italia.

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