È la prof di matematica che ci porge la pagella, la prima della vita della scuola secondaria di mia figlia, come se si trattasse di uno scampolo di una stoffa rara o no, aspetta, una tela dipinta di fresco ed è meglio tenerla da sotto con il palmo per non guastarla. È una bella pagella, che dire? dice proprio così la prof di matematica, e così scorro in fretta, e vergognandomi anche un po’ del mio badare al sodo in certi momenti topici della mia vita, la colonna con i numeri scritti in lettere ed è lì che si manifestano tutti i limiti del sistema di valutazione didattico della scuola dell’obbligo, che non so come funzioni altrove ma qui è tutt’altro che uniforme. Arriviamo da un tripudio di dieci alla primaria e in un salto di qualche mese in termini temporali ma di ere evolutive in termini di criterio di giudizio ci troviamo di fronte a un paio di nove, quasi tutti otto e due sette.
Sì, è una bella pagella, che dire? e dice ancora così la prof di matematica. Quindi ricalca con il dito la sfilza di bei voti fino a portarsi sull’ultimo, un bellissimo voto come dice lei che è il coronamento di una bella pagella. Il dieci in condotta perché è una ragazza brava, educata, sempre sul pezzo. Così penso subito a cosa farsene, nella vita, di un dieci in condotta. Il dieci in condotta può anche voler dire che sei un muffone, un omologato, uno che non fai un gesto in disaccordo nemmeno se ti prude da qualche parte e ti devi grattare. Uno che non ride e non scherza perché deve stare sempre attento, seguire al dettaglio ogni passaggio per passare al dettaglio successivo e avere il quadro completo. Un yes man, o yes woman, uno che rispetta le regole. Se poi aggiungiamo il fatto che quella scuola è un concentrato di CL ecco spiegato perché il dieci in condotta è il massimo dei riconoscimenti. Compìti e ossequiosi nel rispetto del sia fatta la volontà altrui.
Ma no. A uno con il dieci in condotta i figli poi lo prendono in giro e gli dicono che a scuola doveva essere noiosissimo. Vuoi mettere quegli scavezzacollo con la cresta come usa adesso che sputano e dicono le cose più sconce, fanno le sagome con gli insegnanti perché a casa ogni occasione è un talent show a cui dare il massimo. Il dieci in condotta va al fedele servitore, al tenace impiegato di back-office che esegue la sua tranche di processo senza sconfinare con chi lo segue o impicciarsi di chi l’ha proceduto. Nessuno in famiglia ha mai avuto dieci in condotta, non scherziamo. Poi però me la immagino lì nel primo banco, mia figlia. Il senso di responsabilità, il misto di volontà di non prevaricare o mettersi in mostra e la timidezza, la serietà con cui inizia e porta a termine le consegne. Non so da chi l’abbia imparato, da me ho i miei seri dubbi, ma forse la chiave è tutta lì. Il dieci in condotta è il futuro, raga. Ripartiamo dallo saper stare al nostro posto.
Ma che davvero?!
mmmmhhh…. sinceramente non ne farei un dramma.
Un dieci in condotto o cinque… almeno alle medie e secondo mio giudizio è inutile. Danno a tutto 10, tranne in casi rari: se ti fai portavoce della classe e dimostri malumore un 9 sicuro, se invece, sei uno che fa tante assenze o ti dimentichi i compiti allora 7, se rispondi male 6, se vieni bocciato 5.
I voti non sono mai veritieri. Me ne accorsi e resi conto per la prima volta l’ultima settimana del liceo prima della maturità:
un compagno era bravissimo in matematica, fisica e architettura dove il suo voto minimo era sempre 9. Ok ci sta, ma durante lo scrutinio, voi insegnanti non potete fare il gioco del domino e dargli tutti dieci, anche in quelle materie dove lui era quasi una capra: vedi figura disegnata, solo perché volevate portarlo con 10. Insomma la scuola andrebbe riformata e prima di tutto gli insegnanti rivalutati.
Il voto di condotta è un pro-forma. Inutile aggiungerei. Sbagliato oserei dire. Chi dovrebbe giudicare? Gli insegnanti?
Non sono persone come noi o sono sopra le parti? Voglio dire che il voto di condotta andrebbe annullato. Molto meglio prima, quando in fondo alla pagella si scriveva:
l’alunna è diligente e seria, studia, ogni tanto chiacchiera e perde la concentrazione, ma va bene.
Ricevere un voto numerico è un tentativo subdolo di omologazione. L’individualità in questo modo non viene sviluppata e i ragazzi a scuola impareranno difficilmente, quanto sia essenziale nella vita prendere posizione, anche se questo vorrebbe dire: soccombere.
E’ una bella cosa, serietà, timidezza, dolcezza e dieci in condotta.
Io al liceo ho avuto anche otto, ecco, non ero esattamente tranquilla quando andavo a scuola.
Otto o dieci, in qualche modo si diventa grandi, auguro a tua figlia di avere la possibilità di valorizzare tutte le sue belle doti!
A condotta non ero uno spettacolo, irrequieta e un 7 alle superiori me lo sono presa, ma non era mancanza di rispetto, solo indole. Tua figlia è un gioiellino. È un po’ che la leggo crescere su questo blog e mi ci sono affezionata e mi sa che non si irreggimenta facilmente. Lode al suo 10.
Non so se ti consola, ma a uno yes man, o una yes woman, dieci in condotta non lo darebbe più nessuno. Massimo otto, tiè. Dieci in condotta si mette, nella mia scuola, a chi a scuola ci va con la testa piena di idee, a chi si mette in gioco. E’ una cosa rara 🙂
😀
Sfondi porte aperte, sono cresciuto ai tempi dei giudizi, per lo meno capivi se ti avevano capito.
Speriamo Miss! Io mai sceso oltre l’otto, anche io ero un tranquillone.
Guarda, parlerei solo di lei qui sopra ma crescendo il nostro rapporto è sempre più complesso e bilaterale, sempre meno facile da raccontare.
la scuola di mia figlia è tradizionalissima, tutti se ne vantano perché prepara bene chi andrà al liceo ma si sembra inadeguata ai tempi.
capisco bene