Prendo spunto da uno scambio di commenti su quella cosa che ho scritto qualche giorno fa circa il senso di colpa dell’entrare nei negozi con i sacchetti di altri negozi per lanciare un appello al proprietario del bar qui sotto e a alla sua famiglia che lavora con lui perché da quando non vado più a consumare lì la pausa pranzo non mi salutano e anzi, sembra si voltino proprio per non essere costretti a rispondere alla mia cortesia. Ho usufruito dei loro servizi di tavola fredda molto spesso, appena l’agenzia in cui lavoro si è trasferita nella nuova sede. Poi è naturale che i miei colleghi ed io abbiamo iniziato a guardarci intorno, ma già nel momento in cui ho diminuito la frequenza ho notato una crescente freddezza, il che mi ha allontanato ancora di più. Lavoro in una zona ricca di bar, pizzerie, ristoranti, kebabbari, cinogiappo e all you can eat di varia natura, sfido chiunque a fissarsi su un unico posto a cui rivolgersi quotidianamente, anche solo per non incrementare di routine un’esistenza già basata sulla ripetizione di gesti e attività ogni giorno, all’infinito. Se non ci credete, aggiungo che comunque il figlio del proprietario, che porta ogni mattina alle mie colleghe caffè, cappucci e cornetti in ufficio, quando mi incontra mentre distribuisce le colazioni ordinate proprio non mi rivolge nemmeno un cenno, quando invece mentre aspettavo la cottura del panino era tutto un intavolare discussioni addirittura con sfumature di politica, facile immaginare il livello. E quando passo davanti al bar, mentre raggiungo la pizzeria degli egiziani all’angolo o la focacceria artigianale che dista da lì un paio di vetrine, se qualcuno di loro è fuori con la sigaretta in bocca vedo un fuggi fuggi che non merito, e non credo certo di essere un mitomane. Tant’è che ora, per evitare la collisione, faccio finta di intavolare una discussione al telefono, tanto ho sempre le cuffiette nelle orecchie e sembra proprio che sia impegnato in qualche chiamata di lavoro. Ecco, se avete capito di chi sto parlando e conoscete i proprietari del bar qui sotto, vi prego di intercedere per me, sono disposto a farmi un sandwich con il petto di pollo semi-crudo come ai vecchi tempi, pur di metterci una pietra sopra.
E pure questo è capitato anche a me…ecco!
mi fai troppo ridere coi tuoi pudori! capitasse a me l’occasione io, in modo molto poco british, li saluterei per prima con un bel “ciao! scusa se non mi fermo, vado a mangiare la pizza dall’egiziano, buona giornata!”
avanti, dimmelo adesso che sono british!! 🙂
Strategia di marketing non proprio accattivante. io non conterei su intercessioni, anzi
Tranquillo, se continuano con questa strategia chiudono presto. 🙂
Comunque… io, a volte, con questi maleducati mi diverto ad essere “eccessivamente educato”: insomma, li saluterei sfacciatamente con entusiasmo e andrei a mangiare nella vetrina accanto. Giusto per metterli in imbarazzo.
certo che con tutti i forni e i posti supercarini che visiti nei caruggi prima o poi qualche inimicizia ci scappa 🙂
l’unica vera eredità dei miei genitori sono sensi di colpa in abbondanza, se ci fosse una patrimoniale sui pudori sarei inguaiato
ma poi che palle questa fedeltà agli acquisti. Avete voluto il modello americano? Affari vostri.
Se riesco cerco di farlo anch’io, ma ti assicuro che più di una volta hanno trovato qualunque scusa per non rivolgermi il minimo cenno.