quel forte senso di colpa che ti impedisce di entrare in un negozio con un sacchetto di un altro negozio

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Non sono poche le persone che conosco che condividono con me quel forte senso di colpa che ti impedisce di entrare in un negozio con un sacchetto di un altro negozio, peggio se concorrente. Ora magari non ce ne facciamo più nulla di questo atteggiamento remissivo nei confronti degli esercenti per una serie di fattori che forse non è nemmeno il caso di ricordare. Intanto certi sacchetti sono diventati fuorilegge, ti danno quelle buste di quel materiale assurdo che basta uno spigolo di cartone per ritrovarti in mezzo all’attraversamento pedonale con il patatrac compiuto e la gente che ti osserva divertita senza nemmeno un accenno a darti una mano, anzi pronta a trafugarti la spesa perché vittima della crisi e della fame. Mettici anche che il concetto di negozi del centro come c’era una volta non esiste più a meno che non siate vittime del loop della fuffa cinese, allora questo è un altro paio di maniche. Comunque non è che oggi scendi in strada e compri un gilè in un posto e poi una maglia in un altro, perché i negozi che vendevano qui il gilè e lì la maglia hanno chiuso da un pezzo e al massimo ti puoi fare una puntata al videopoker, metterti nelle mani di una massaggiatrice orientale, comparare il look dei vari agenti immobiliari uno di fianco all’altro o chiedere informazioni sulle sigarette elettroniche. Oggi i grandi giochi dello shopping si svolgono unicamente nei templi ad esso dedicati in cui nessuno fa più caso a cosa compri e dove, tanto la roba è tutta uguale. Poi ci sono le impiegate che usano i mini-sacchettini per metterci l’insalata e quei beveroni dietetici dai colori allarmanti da consumare a pranzo, quindi laddove l’uso delle borse per la spesa con i brand commerciali è in auge state attenti a giungere a conclusioni affrettate. Possiamo dire quindi che la modernità oggi ha reso uno dei tanti forzati eccessi educativi del passato finalmente superati, proprio grazie al mix tra tecnologia, costumi, abitudini sociali, contesto economico e una spruzzata di ignoranza, magari non siamo nemmeno più in grado di leggere cosa c’è scritto sotto quei logo così hi-tech del settore dell’abbigliamento. Inutile dire che quel forte senso di colpa che ti impedisce di entrare in un negozio con un sacchetto di un altro negozio io l’ho ereditato da mia mamma, una spendacciona di altri tempi, e che malgrado l’uniformità di gusto figlia del nostro tempo e che impone la più vasta ricchezza di omologazioni mai viste – in fatto di look e non solo – io continuo a tirarmelo dietro. In un sacchetto che non so dirvi di chi sia.

11 pensieri su “quel forte senso di colpa che ti impedisce di entrare in un negozio con un sacchetto di un altro negozio

  1. Presente, io sono una di quelle con il senso di colpa!
    E malgrado ciò, una volta sono riuscita a fare una figura a dir poco pessima…compravo i vestiti in due catene, praticamente simili, direi quasi cugine.
    E così, bella convinta, sono entrata e ho chiesto alla commessa un paio di pantaloni esattamente identici a quelli che avevo addosso, convinta di averli comprati da lei.
    E insomma, poi alla fine abbiamo guardato l’etichetta e lei mi ha detto:
    – Ma questi sono della concorrenza!
    Ecco, mi faccio gli applausi da sola!
    Comunque sui sacchetti hai ragione, è proprio così.

  2. A parte il fatto che mi è quasi preso un colpo per il cambio di look del blog con il titolo che giganteggia a tutta pagina (ero assorta, sono stata colta di sorpresa), devo dire che anch’io sono cresciuta con il senso di colpa. Ereditato da mia madre, ovvio. E se nei centri commerciali non ci faccio più caso, nei pochi negozi del centro mi faccio ancora problemi. Quando andavo a scuola il dilemma era rappresentato dalle librerie: ne frequentavo due o tre, tutte del centro, due sulla stessa strada (una delle due ormai ha chiuso, le altre due hanno cambiato gestione) e c’era sempre il problema di dove nascondere il sacchetto dell’una prima di entrare nell’altra (di solito finiva dentro allo zaino, tanto il centro lo frequentavo solo se mi fermavo direttamente da scuola, dato che abitavo a dieci chilometri)

  3. Anch’io senso di colpa. Ma in effetti è molto attutito oggi rispetto al passato. Non mi ero mai chiesta il perché… Un tempo entravi in un negozio chiedendo quasi permesso, ora ti aspetti che ti ringrazino perché gli fai visita, quindi che si becchino pure la sporta di altri. Un tempo i commessi ti accoglievano e adocchiavano subito quello che avevi in mano, ora non ti considerano nemmeno se hai bisogno… insomma, questione di relazione sociale, o mancanza della stessa

  4. stranissimo! a me che ho sempre pensato di essere la più media delle persone medie non è mai venuto in mente che fosse scortese questa cosa delle buste degli altri negozi!
    comunque vivendo in inghilterra il problema non si pone più. compro tutto online. :S

  5. c’è il proprietario di un bar qui sotto al mio ufficio che non mi saluta più perché ho iniziato a frequentare altri locali in pausa pranzo, a dimostrazione che la mia scelta gli sta bene

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