Se sapessi che si tratta di Street Marketing chiamerei subito mio cugino Gian per dirgli che proprio sotto casa mia si sta consumando un riuscitissimo esperimento di Street Marketing. Ma considerando che sono ancora un ragazzino per me l’episodio a cui sto assistendo è poco meno di un miracolo perché c’è la realtà che incontra la fantascienza. Quella specie di supereroe che fa la pubblicità del detersivo e che vedo sempre lanciarsi nella lavatrice e che poi indefesso si tuffa nel catino con i capi più delicati e migliora l’esperienza di lavaggio dei consumatori che acquisteranno il prodotto da cui ha preso il nome ora è a un isolato da qui. Siede su una lussuosa specie di Batmobile (se fosse Batman) cabriolet e ha al suo fianco un prestante autista-aiutante tipo Robin (sempre se fosse Batman). Dalla avveniristica macchina si diffonde il noto jingle dello spot, molte casalinghe al ritorno dalla spesa si avvicinano al misterioso supereroe e ricevono in cambio campioni (anche se il vero campione è lui), curiosi e passanti si avvicinano divertiti, i bambini piccoli tirano le nonne che sono le più scettiche sull’utilità dell’operazione, d’altronde nessun personaggio del futuro può battere la caparbietà di una donna anziana negli anni settanta. Poi si avvicina l’ora di pranzo, così vedo la specie di Robin che scende dalla cabriolet e, facendo svolazzare il suo mantello, fa il suo ingresso trionfale in uno dei due panettieri che, uno di fronte all’altro, si contendono le massaie del quartiere. L’aiutante dell’eroe mascherato, anch’egli mascherato ma che se l’è tolta per non allarmare le commesse, l’episodio di Re Cecconi fulminato per una finta rapina in banca negli anni del terrorismo è ancora sulla bocca di tutti, torna in macchina con una borsa di nylon. Dalla mia finestra che è al quinto piano è comunque facile immaginarne il contenuto. L’autista e il supereroe ora sono entrambi a volto scoperto tanto la via è semi-deserta come tutti gli altri giorni feriali all’ora in cui la gente è a tavola. I due si dividono almeno mezzo chilo di focaccia appena sfornata, una cosa che a me che faccio le medie non fa nessun effetto ma ai più piccoli potrebbe suonare strana. Nel futuro o negli altri pianeti della galassia i marziani si cibano come da noi? I Rockets hanno un apparato digerente come tutti gli umani? Così non ci penso due volte, vado al telefono e chiamo subito mio cugino Gian per dirgli che qui sotto casa mia c’è il Gran Dixan che mangia la focaccia.