D’altronde lo sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata, o almeno avremmo dovuto prevederlo quando abbiamo scelto di nascere in provincia che sarebbe stato complicato riuscire a soddisfare i nostri appetiti professionali e culturali in un ambiente arido se non sterile di sollecitazioni e di opportunità, e che ci sarebbero state distanze da percorrere per ottenere margini più ampi di manovra, complesse poi da compiere a ritroso per le visite alla componente affettiva abbandonata là, se non impossibili da essere contemplati in un’ipotesi di ritorno di qualunque tipo. Ma ancora prima eravamo consapevoli che decidendo per una specializzazione di qualunque forma a scapito di un livello inferiore ma più alla portata si sarebbe presentata la necessità di doverci allontanare, isolati nelle nostre velleità di salire a un piano più alto in grado di soddisfare una discutibile sete di prospettiva più ampia, allo stesso modo in cui prima di scattare una foto a un monumento qualsiasi si cerca di posizionarsi in modo da evitare il più possibile le brutture davanti che ne intralciano l’integrità. Così anche il campo stesso in cui insistere quando abbiamo dovuto prendere la madre di tutte le decisioni, quella tra le più ricche di conseguenze, e tutto per uno stimolo assolutamente contestuale a una fase di affermazione individuale cieca e tutt’altro che lungimirante, anziché valutare non dico tutti ma almeno due o tre futuri possibili e opportunità alternative. L’opzione stessa di fermarsi un passo prima, c’era comunque ancora qualche buona sistemazione disponibile e ancora qualche conoscenza in grado di darci una mano per intraprendere carriere locali o occupare semplici posizioni senza pretese ma di tutto rispetto, l’abbiamo scartata e lasciata libera per altri. Per non parlare poi delle attitudini e delle passioni. Lo sapevamo che stradine e viuzze parallele secondarie sarebbero state alla lunga faticose da essere percorse sebbene più ricche di suggestioni e spunti di approfondimento, rispetto ai percorsi consigliati delle grandi arterie esistenziali e consigliate da tutte le pubblicazioni ufficiali. Muoversi sempre seguendo guide ancora più di nicchia di quelle Routard per suggerimenti su come accontentarsi il meno possibile circa l’offerta culturale, artistica e umana a disposizione, sapevamo che poteva lasciarci senza fiato alla meta, pur fieri degli scorci da intenditori raggiunti grazie alla nostra curiosità fuori dal comune. Sapevamo infine che il destino più comune per la nostra specie evoluta, quello di accoppiarci e moltiplicarci e riprodurci senza farci troppe domande sul senso della cosa in sé, non sarebbe stato privo di difficoltà per gente come noi che è sempre lì a chiedersi cos’è più o meno opportuno, a cercare ragioni e a confrontare fonti prima di darsi delle risposte, e che il fatto di indicare modi e metodi a persone nel pieno del loro sviluppo, secondo la nostra visione delle cose già di per sé parziale, viziata da dubbi, incongruenze e contraddizioni a trecentosessanta gradi se non di più, se ne esistessero, non sarebbe stato privo di un aumento della gravità di quel peso che ci portiamo appresso, e che probabilmente siamo stati noi a decidere di caricarci sulle spalle in un momento non ben definito e di difficile collocazione in tutta questa sistemazione cronologica degli avvenimenti. Un qualcosa che sono pronto a scommettere che dev’essere accaduto prima, prima di non so quale evento fondamentale e gravido di conseguenze che abbiamo affrontato ma che non sappiamo dirvi né dove né come e né se eravamo tutti insieme lì a raccontarcela su di come sarebbe stato bello e audace fare tutto così, perché se ci ricordassimo probabilmente oggi consiglieremmo senza ombra di dubbio che quel giorno lì, prima di venire al mondo, in cui si deve presentare il project planning delle nostre vite, ecco quel giorno lì ovunque uno si trovi è davvero più opportuno spegnere la sveglia, girarsi sull’altro lato, tirare su la coperta e riaddormentarsi senza indugio alcuno.
Ecco, oggi mi hai lasciato senza parole.
E però quelle stradine e viuzze parallele…ah, sono molto ben frequentate, in genere.
Magari si incontra poca gente ma quella giusta.