Leggevo l’articolo sulla nuova campionessa di commiato ad ostacoli e pensavo che avere in casa un’atleta di questo calibro non significa non riuscire a dare il meglio di sé in trasferta. In realtà il nuovo record stagionale di commiato ad ostacoli è stato stabilito proprio grazie alla prestazione decisiva in occasione di una visita pre-natalizia a parenti. Quasi otto minuti di resistenza pura tra il “be’ si è fatto tardi” con cui l’atleta ha sancito la volontà di accomiatarsi e la chiusura dell’uscio dell’appartamento in cui si è tenuto l’incontro. In questo lasso di tempo il resto della squadra era già pronto con loden e sciarpe invernali, distribuito in piedi tra salotto e corridoio in condizioni climatiche proibitive, termosifoni a manetta e odore di minestrone e verdure bollite proveniente dalla cucina. La cronaca delle fasi finali esalta al massimo l’evento sportivo. L’atleta che avvia l’incontro di commiato ad ostacoli salutando uno per uno i parenti per poi ricordarsi di aver portato qualcosa per il padrone di casa che si era dimenticata di consegnargli all’inizio della visita, a cui è seguita una rapida sintesi dei programmi per la settimana di entrambi e il commento sull’ultima iniziativa culturale del centro comunale. Tutti argomenti che potevano essere perfettamente toccati nel corso dei tempi regolamentari ma che, grazie a questo guizzo in extremis, hanno consentito la prodezza agonistica. Assolutamente da manuale, infine, l’ultima realizzazione proprio sulla porta, con uno scambio di consigli di lettura che ha anche previsto un percorso a ritroso verso gli scaffali ubicati nell’ingresso, il ricorso a uno sgabello per la salita all’ultimo ripiano e qualche aneddoto sulla storia del romanzo in oggetto. In questo frangente, il resto della squadra ha tenuto duro pur mostrando evidenti segni di surriscaldamento, la fronte imperlata e l’alone sotto le ascelle della camicia mostrato orgogliosamente dal capitano. Il resto è storia: l’ultimo slancio, i cartoni della pizza da buttare nella riciclata come cortesia distribuiti tra i vari ruoli, l’ultimo saluto sul pianerottolo e quindi la fine della gara. La porta di casa chiusa sul team che ha potuto celebrare la vittoria da record negli spogliatoi. Una prodezza per quello che si conferma come uno dei più promettenti sport locali, ma siamo sicuri che il commiato ad ostacoli ci darà grandi soddisfazioni anche alla prossima competizione mondiale.
Mese intenso per i fanatici, gli appassionati e i dilettanti!
Ad un matrimonio la mamma inizia il giro dei saluti e il figlio piccolo commentando i tempi della madre mi fa:
lo sai che differenza c’è tra un ebreo e un inglese?
…
L’inglese se ne va senza salutare, l’ebreo saluta senza andarsene.
anche per i malinconici
😀 ma è una freddura yiddish?
Autoironia giudaico romanesca.