A quelli che invece hanno preso Stairway to heaven come modello di canzone ideale ricordo che i pezzi come quello dei Led Zeppelin che durano abbondantemente più dei tre o quattro minuti standard sono delle vere e proprie esperienze, utili solo se un plotone di esecuzione vi chiede di esprimere l’ultimo desiderio e a qualcuno viene in mente di guadagnare tempo così. Allora io rilancio con Supper’s Ready che è lungo quanto quasi una facciata di LP, e che con i suoi 23 minuti circa un po’ la vita te la allunga come diceva quella pubblicità anni boh sulla telefonata, quando ancora c’era solo Telecom e c’era poco da scegliere. Quindi evitiamo il progressive nelle suonerie e lasciamolo per i condannati a morte e anzi, a proposito, sabato ho presenziato alla visione di un documentario su Sandro Pertini in un auditorium di un paese qui a due passi e non si è sentita volare una mosca, nemmeno uno smartphone vibrare durante la proiezione. Il pubblico era un bel campionario di educazione ma solo perché di età media elevatissima, io surclassavo in giovinezza il resto degli spettatori di almeno vent’anni e sapete quel tipo di gente lì non è che si porta appresso gli iCosi da due milioni di lire. E poi volete mettere il gap generazionale dei GAP di quegli altri tempi in cui Pertini rischiava davvero di essere passato per le armi e chissà lui che ultimo desiderio avrebbe espresso. Forse di gridare viva l’Italia in faccia a quel branco di traditori in camicia nera. E attenzione: tra una manciata di mesi scatta il settantennale della Liberazione, sarà un 2015 di celebrazioni e speriamo di ricorsi storici sufficientemente vividi da portare alla ribalta il rispetto delle istituzioni e da ricacciare da dove vengono i grillisti oscurantisti e la loro fascio-democrazia diretta. Tutti filo-dittatura con gli uomini forti degli altri. Se avete qualche frequentazione come alcune delle mie, che nascondono negli anfratti delle loro schede micro-SD il mascellone che sbraita da Palazzo Venezia già con il sacco del nostro paese ben pianificato nella sua strategia politica, tenete pronta in risposta quella bella foto della pensilina del riscatto, e mandate pure a cagare il buonismo che manifesta il vilipendio di cadavere, dopo che il vilipendio del cadavere della nostra nazione puzza di carogna, in alcuni punti, ancora oggi. Quindi ancora commosso dalle gesta antifasciste del miglior presidente della storia repubblicana, alla fine mi sono imbattuto pure in un gazebo di fascisti di stocazzo-millennio, con quel logo a forma di tartaruga che mette tristezza tanto è obsoleto. A loro e alle loro suonerie dell’Abissinia, che non durano certo come Stairway to heaven perché alle prime note già qualche schioppettata parte a interrompere qualunque dialogo, telefonico e non, dedichiamo un luogo dove costruire il monumento che ora e sempre si chiama come ci piace chiamarlo. A tutti loro invito a partecipare alle feste che ci saranno il prossimo anno e, come al solito, a mettersi comodi per vedere le cose dal verso giusto.
fuck stairway.
mi associo.