A parte quando te lo chiedono espressamente e capisci che è giunto il momento e non ti puoi certo rifiutare, per il resto capire che la persona che hai davanti ti ha dato il via libera per mettere la tua bocca sulla sua per la prima volta è un fenomeno che a coglierlo, in effetti, può dare molte soddisfazioni. Gli estremi, o casi limite, sono quando si fraintende le intenzioni altrui, a te sembra che e invece non è mica così, condizioni a cui però non ho mai creduto perché, voglio dire, se sei arrivato a quel punto e non sei ubriaco se sembra che ci siano le condizioni di farlo significa che dall’altra pare c’è qualcuno che ci ha un po’ giocato con i tuoi sentimenti. All’opposto, proprio perché a verbalizzarne il desiderio un po’ si sminuisce la magia del momento, si cerca sempre di farlo capire, di addurre indizi sempre più espliciti, e se dall’altra parte non si coglie, si è un po’ addormentati o la timidezza – succede eh – ti paralizza le fasi preliminari all’approccio, può finire che uno non ce la faccia più e lo si domanda come a dire datti una mossa che sono in fibrillazione, imbranato che non sei altro. Quante volte siete stati protagonisti di questo momento così particolare? Cinque? Dieci? Cinquanta? No perché stanotte ho fatto una specie di sogno, e dico una specie perché è come se avessi rivisto una cosa accaduta sul serio. Io e Rita che camminiamo sfiorandoci il gomito, le braccia sono nude perché è primavera, e parlando insistendo su certe cose profondamente in comune (che poi anche lì questa cosa di essere così uguali funziona o no?) scoppiamo a ridere perché lei mi dice che è da stamattina che si sente Frank Sinatra, nel senso che ascolta il cosiddetto The Voice, e io faccio finta di aver capito che lei sente di essere Frank Sinatra. Insomma che ridiamo per tre o quattro minuti abbondanti senza fermarci, quelle risate che fanno venire mal di pancia dal ridere. E nell’istante in cui entrambi torniamo seri, non so dire chi o cosa ma, insomma, quello è stato proprio il momento giusto.
Il volume 1 mi è piaciuto un sacco, grande Plus! Attendo le varianti 🙂
Quella volta avevo dato segnali troppo positivi – sbagliando – e invece non ne avevo assolutamente voglia e ho detto esplicitamente no.
L’altra volta invece, che ci siamo arrampicati in discorsi assurdi prima di iniziare finalmente a baciarci. Abbiamo fatto la figura degli scemi. Sono cose capitano.
Aspetto il volume 2. 🙂
Buona la prima, ma aspetto lo stesso il seguito. Che poi non è mica bello star lì ad aspettare un bacio che non arriva
Da uomo pieno di dubbi mi trovai a vivere da giovincello un momento imbarazzantissimo in cui avevo il forte dubbio che “quello” fosse il momento. L’ho fatto. Era il momento.
Poi e’ stato molto, molto difficile spiegare alla fanciullina che volevo solo risolvere il dubbio che mi rodeva e non avevo altri secondi fini…
che se ci pensi, rob, è l’atto più intimo in assoluto, quello del bacio, molto più di qualsiasi altra condizione fisica. mi vengono in mente i versi “…là, in quel pomeriggio di giugno/ al fianco di Mary -/ mentre la baciavo con l’anima sulle labbra/ l’anima d’improvviso mi fuggì. “
sto lavorando al volume 2. Stay tuned 🙂
baciarsi è la fine di tutto quello che c’è prima e l’inizio di tutto quello che viene dopo, il culmine di una salita e l’avvio di una discesa. BIsogna sempre tenere i nervi saldi.
c’è chi si fa desiderare sin troppo
ma quindi c’è stato o no un seguito?
che poesia. Davvero.
No, nessun seguito “ovvio”. Io ero soddisfatto cosi, lei molto evidentemente si aspettava un seguito probabilmente lungo e focoso… Non mi ha guardato in faccia per quattro anni nonostante i miei tentativi di spiegazione… seriamente mi sono fermato non appena mi e’ stto chiaro che quello era proprio il m.mento
un tocco da maestro, quindi 😀