Prendo al solito la pizza con le acciughe e la media chiara che tanto anche se poi non la digerisco – l’acciuga sulla pizza, mica la birra – non mi causerà mai tanta sofferenza o sogni brutti come la coppia di commensali che condivide il tavolo con me e che fino a un paio di settimane fa condivideva anche l’uscita a quattro standard. Ora siamo in tre perché una coppia – la mia – si è scissa in due elementi di mesta singletudine e in questi casi è a caldo che bisogna contendersi il sostegno delle conoscenze comuni. Amici e comparse che ci si porta dietro e che nelle storie lunghe si mescolano nelle vite dei due partner e poi arrivi a un certo punto in cui non sai chi ha presentato chi. La pizzeria è quella nuova in cima a un vicolo dalle parti di San Donato ma l’odore dentro è lo stesso delle trattorie cinesi con cucina selvaggia come quella che c’è sotto casa di Raffaele, che quando stende la tuta ad asciugare poi puzza di involtino primavera fino al lavaggio successivo. Quando entro nei locali dove poi ti porti dietro il tanfo di quello che hai mangiato mi viene voglia di uscire subito, ma la coppia che fino a un paio di settimane fa condivideva l’uscita a quattro standard è lì che mi aspetta con il menu in mano. Non è nemmeno arrivato quello che ho ordinato che vado subito al punto, per rendere quella che risulterà poi essere l’ultima volta che ci vediamo meno dolorosa possibile. Non c’era futuro, siamo troppo grandi per fare i fidanzatini, vorrei trasferirmi nella città in cui lavoro ma lei vuoi stare qui, non voleva nemmeno venire a vivere con me, quindi mi viene da aggiungere che il verdetto è stato fin troppo scontato. Pensavo fosse amore e invece era un orologio rotto. Dopo il caffè vorrei rimanere di più a raccogliere notizie sullo stato di salute e l’equilibrio di lei che fino a un paio di settimane fa condivideva l’uscita a quattro standard con la coppia che il caffè non l’ha preso, ma inizio ad annusare con tutto il mio repertorio di scuse il golf buono che indosso e che uso soprattutto per l’ufficio. Nel tavolo dietro qualcuno ha preso la pizza con le cipolle e mi sembra che la situazione stia precipitando. Per quello mi precipito fuori con un giro di saluti veloce tanto quanto ho buttato giù quello che restava della seconda birra media, tanto ci si incontra in giro. Certo, certo. Poi, a casa, mi viene persino da chiudere in fretta le poche righe con cui cerco di ricordare come è andata e corro a vedere fuori, sul balcone, se il golf buono puzza ancora.
[EDIT] è un aneddoto che risale ad almeno 4 storie d’amore fa, ma grazie per esservi preoccupati 🙂
A S. Donato dove? E poi cos’è questa storia della tua (?) singletudine?
MI dispiace.
(ma spero che sia magari solo letteratura)
Roba vecchissima, uso il presente perché fa figo
Ah! Ecco! Mi stava già prendendo l’ansia! 🙂
Mi avevi messo angoscia… Meglio così 🙂