Aveva trovato il riferimento sul suo paese di provenienza in una rivista che in confronto Ragazza In era il bollettino della comunità accademica di ricerca del CERN, l’occasione era troppo ghiotta per non lasciarsela scappare. Munitosi di carta e Tratto Pen, giacché la posta elettronica era ancora solo un escamotage per ridurre le barriere spazio-temporali degli scrittori e registi di fantascienza, aveva composto una facciata di protocollo a righe comprensiva di presentazione, elogi, domande e richieste di curiosità al limite dello stalking, anche se le persecuzioni personali in via epistolare non costituivano ancora un reato vero e proprio, considerando la lentezza delle Poste che, in quegli anni, si confermava ben più che proverbiale.
Pur non conoscendo la via dove potesse abitare, aveva considerato che l’Artista doveva essere una celebrità in un borgo di provincia, un po’ come oggi si scrivono le cartoline delle vacanze a Vasco Rossi, 41059 Zocca (MO), e che comunque di riffa o di raffa arrivano a destinazione. Ma non aveva considerato che magari l’Artista potesse non abitare più a 22070 Fenegrò (CO), tutte le star poi lasciano il luogo natio e si spostano nelle metropoli a fianco di studi di registrazione, locali, pub, pusher e propri simili. Ad oggi, mi assicura, non ha ancora ricevuto risposta dall’Artista, ma il fatto che la lettera, su cui aveva posto correttamente il nominativo e l’indirizzo del mittente, non gli sia mai stata rispedita a casa, lo rende fiducioso che le sue righe siano giunte a destinazione e, semplicemente, l’Artista non abbia mai trovato il tempo di rispondergli in modo esaustivo a domande del calibro di “Cosa ne pensi della scena post-punk nazionale?”.
Tra l’altro, anni dopo l’invio, aveva persino avuto la fortuna di vedere un suo concerto anche se, ormai, la fama dell’Artista era sfiorita e lui stesso aveva definito meglio i suoi gusti, delineandoli più intorno all’ambito new-wave anglofono. L’ispirazione dell’Artista era nel frattempo ridotta quasi a zero, a giudicare dall’ultimo disco.
Memore però del contributo che l’Artista aveva dato allo svecchiamento di una certa estetica che lui comunque aveva ritenuto fondamentale anche per la sua personale formazione, musicale e non, si era presentato al concerto con un anticipo vergognoso, mentre ancora gli operai del comune stavano montando il palco. Qualcuno gli aveva detto però che l’Artista era appena sopraggiunto e si era offerto addirittura di accompagnarlo nel camerino, come se un fan esaltato di un cantante ormai démodé potesse comunque contribuire al miglioramento del suo umore, almeno in vista del previsto flop della sua esibizione.
L’Artista sembrava però in gran forma, accompagnato da una donna bellissima che poi, la sera, aveva condiviso con lui il palco in qualità di corista davanti a una manciata irrispettosa di spettatori. In quella visita benaugurante, orgoglioso del fatto che ci fosse ancora qualcuno che ascoltava le sue canzoni, aveva accennato una sua strofa al fan, a commento delle incerte condizioni meteorologiche, prima di firmargli una dedica su una cartolina pubblicitaria con la sua foto risalente ai tempi d’oro, marchiata addirittura Sorrisi e Canzoni TV. In quel frangente si era presentato con il suo nome e cognome ma l’Artista non aveva mostrato alcun cenno di sorpresa.
Così, ancora oggi, lui sogna di nascosto come sarebbero potute andare le cose. Lui che pronuncia il suo nome e cognome e l’Artista che, mostrandosi meravigliato, estrae una vecchia missiva dal quaderno con i testi, quello che alcuni cantanti sistemano sul leggio come pro-memoria per le esibizioni live. Tira fuori una busta ingiallita, gli dice “sei tu”, aggiunge che finalmente può rispondergli di persona, lo invita a sedere – magari davanti a un bicchiere di qualcosa – e gli confida il suo parere sulla scena post-punk nazionale.