io non so come stare

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Il mio dottore mi ha prescritto un betabloccante per diminuire i valori di pessimismo cosmico, considerando che – a quanto dice lui – con l’età sono destinati ad aumentare. Stamattina avevo 90 di minimo e 130 di massimo, appena sopra gli indicatori normali che però suonano come un campanello d’allarme. L’attività fisica volta a regolarizzare l’autodisciplina non è sufficiente, infatti, funge solo da sistematizzatore della visione del prossimo nel suo insieme, come se la gente smettesse di deluderci solo perché uno si spara regolarmente dieci chilometri di corsa ogni giorno. Quello che gli americani hanno saggiamente riassunto nel tema della redenzione declinato in ennemila versioni in un loro certo tipo di cinema. Rocky, per intenderci. Ma la medicina richiede ben altro. Si tratta di una semplificazione della logistica etica dovuta ad anni di comportamenti poco salutari, come l’arrogarsi una superiorità morale o anche solo maggiori diritti di accesso a cose e persone in base a un sistema immunitario fortificato culturalmente, o in alcune eccezioni anche da un punto di vista esperienziale. Altre frequentazioni virtuali abbassano inoltre il livello di guardia degli anticorpi ed espongono a pericoli virali. Basta una sera con coppie che non conosci, per esempio. Toccare qualche argomento e mettersi le mani nei capelli senza lavarsele con cura dopo. Esporsi con posizioni inadeguate alle opinioni correnti che, come è noto, sono la prima causa di acciacchi. Scambiarsi impressioni senza le adeguate precauzioni, malgrado anni di informazioni sui rischi della conversazione libera. Una volta mi portavo sempre qualche esemplificazione ben motivata dietro, non si sa mai come butta la serata e magari ci scappa di discutere di qualcosa. Poi l’allarme è diminuito e ci siamo rilassati un po’ tutti ma è proprio così che poi le recrudescenze tornano più forti di prima. Comunque ora vivo fiducioso la terapia che mi è stata prescritta, anche se per guarire fuori – si sa – occorre innanzitutto rifiorire dentro. Il che non è facile, considerando che è in arrivo l’inverno più freddo del secolo.

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