sempre meglio non iniziare nemmeno

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La signora Grazia, che è la moglie del panettiere che vive al quarto piano e che non si lamenta mai del ragazzo sopra di lei che si esercita al pianoforte otto ore al giorno, mi vede ritornare da scuola con la cartella sulle spalle e solo col grembiule nero, siamo a maggio inoltrato e non c’è più bisogno del giubbotto. Si sporge sul balcone e mi chiede se posso cercarle uno dei divisori che lei usa per separare le dita dei piedi durante il sonno. Soffre infatti di alluce valgo a entrambi i piedi e prima di coricarsi si mette questa specie di anelli di plastica nell’incavo tra il primo e il secondo dito per raddrizzare il metatarso. Poi succede – non è la prima volta – che se li dimentica nelle lenzuola e quando le scrolla alla finestra finiscono di sotto. Provo a dare un’occhiata dalle parti del tombino, trattandosi di un cilindro facilmente sarà rotolato seguendo la pendenza dei canali di scolo dell’acqua, ma non vedo nulla che possa essere ricondotto alla funzione di divaricatore. Trovo in compenso ben due pacchetti vuoti di Marlboro.

Si è diffusa da tempo questa leggenda metropolitana tra noi ragazzini, secondo la quale sotto le alette del cappuccio della confezione rigida di quella marca di sigarette sono stampati dei punti, raccogliendo i quali e cercando di raggiungere una cifra non ben definita – chi dice mille, chi sostiene tremila, chi spaventa i concorrenti al premio con cinque o addirittura 10mila – e consegnata la prova a un qualsiasi tabaccaio, si ha diritto a una vincita che alcuni identificano in un prezioso zippo in argento brandizzato Marlboro, altri invece addirittura parlano di soldi. Cento lire a punto. Il problema è farsi vedere a cercare nella spazzatura in giro, recuperare pacchetti vuoti, togliere la stagnola e rivoltarne il cartoncino per poi magari trovarsi con un pugno di mosche. In effetti però sotto le alette del cappuccio i numeri si trovano. Ogni volta diversi e spesso anche ben auguranti.

Io sono già a buon punto, ho amici che sono più avanti di me ma ho tutta l’estate per raggiungere la quota necessaria. Pare che il concorso termini a settembre, ma il bello è che sembra essere valido su tutto il territorio nazionale. Infatti proseguo la raccolta nei mesi successivi durante le vacanze estive in campagna, anche se alcuni amici mi hanno persuaso a consegnare i punti e a richiedere il premio in una tabaccheria di città, non è detto che nei paesini dell’entroterra i commercianti siano aggiornati su queste iniziative. In campagna vado in cerca di pacchetti di Marlboro lungo le strade fuori dal paese in bici e quasi sempre con Silvia, che abita vicino a me e siamo amici anche se è un po’ più grande. Alcuni pensano che stiamo insieme ma non è vero, siamo tutti e due bruttini e non ci piacciamo reciprocamente, quindi il nostro rapporto è di sincera voglia di fare cose insieme. L’aspetto lungo la strada seduto su un muretto e poi decidiamo la zona di perlustrazione. Oggi, per ingannare l’attesa, ho fatto secco un moscone con un rastrello che qualcuno ha lasciato lì. Gli ho fatto cadere il manico addosso e quello non ha fatto in tempo a spostarsi. Silvia ha gli occhiali e l’apparecchio, comunque è sveglia e riesce a individuare il rosso delle Marlboro anche da lontano.

Quando rientro in città, prima che ricominci la scuola media, ho un valore in punti altissimo, penso che potrei meritare o due accendini o un sacco di soldi. Forse preferisco lo zippo, perché ogni tanto nei pacchetti abbiamo trovato una o due siga e io e Silvia abbiamo provato a fumare. Quindi magari ho preso il vizio e avere da accendere può farmi comodo. Quando però gli porto tutti i brandelli di cartone per rivendicare il premio il tabaccaio mi conferma di non saperne nulla, non c’è nessun gioco a premi ma apprezza il mio sforzo nell’aver raccolto tutti quei pacchetti vuoti e me ne offre uno pieno come omaggio, anche se si vede che non ho nemmeno tredici anni. Così penso a Silvia che ha il doppio dei miei punti e alla delusione ancora più grande che potrà provare ma invece mi sbaglio. L’estate dopo Silvia sfoggia un accendino in plastica con il logo Marlboro – e probabilmente era solo una questione di recarsi dal tabaccaio giusto.

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