Francesco non ci pensa due volte. Afferra dalla mano di Marta che glielo sta porgendo il sacchetto con i rifiuti raccolti dopo il pic nic e dal sentiero che stanno percorrendo lo scaglia giù nel bosco. Marta ama la montagna quanto lui, o almeno quanto credeva che Francesco avesse la natura nel cuore dalle conversazioni scambiate lungo quelle poche settimane in cui avevano nutrito il loro rapporto. Certo, un gesto simile cambia tutto. Come si fa a condividere una famiglia, una casa, una vita con uno che non rispetta il verde. Francesco però dismette l’espressione da folle con cui ha gettato la spazzatura tra i faggi e scoppia a ridere. Che scherzo, in effetti. Si precipita subito a recuperare il sacco e quando torna su Marta ha già ripreso il colore in viso sbiancato per l’incredulità, chissà però se dovrà abituarsi a questo genere di umorismo disarmante. Lo stesso giorno in cui lei e Francesco trascorrono il primo fine settimana insieme con quella gitarella in montagna, qualche centinaio di chilometri più a sud Rita ha convinto Danilo a passare una serata in discoteca insieme. Anche loro sono una coppia in fase di rodaggio, e approfondire la conoscenza reciproca mescolandosi a tanta gente può essere un elemento agevolatore di vita comune. Entrati nel locale, Rita convince Danilo ad attenderla con un paio di long drink su un divanetto, la serata è già nel pieno ma lei deve andare in bagno. Rita però sembra metterci più del necessario per sbrigare una pratica di così ordinaria amministrazione come pipì e trucco e Danilo inizia a guardarsi intorno per provare a scorgere la compagna. Così si volta verso una pedana su cui sta salendo un’avvenente cubista non senza qualche difficoltà, considerando i tacchi vertiginosi. Vestiti ultra-succinti, parrucca e occhiali anni 70, movenze estremamente provocanti. La cubista che comunque tiene il ritmo in un modo piuttosto familiare poi scende dalla pedana, si avvicina a Danilo e gli si getta addosso baciandolo in modo piuttosto esplicito tanto che lui non fa nemmeno a tempo a chiudere gli occhi. Rita così si defila dalle sue braccia, scosta gli occhiali dal viso per farsi riconoscere ancora meglio e lo invita ad accomodarsi insieme a lei, la serata è ancora lunga e si devono chiarire un po’ di cose. Proprio la mattina seguente Rita mi racconta questo scherzo che ha ideato per il suo nuovo fidanzato mentre siamo sull’autobus per andare in ufficio. Io mi alzo, la prossima è la nostra fermata, ho una signora davanti all’uscita e, quando il bus rallenta, per capire che intenzioni ha le chiedo “Scusi, scendo?” ma la signora non capisce lo spirito delle otto del mattino, o forse sono io che mi mangio le parole, infatti si scosta e mi lascia passare senza nemmeno un mezzo sorriso.