No, non è propriamente così ed è bene fare un po’ di chiarezza. Nessuno ha una zia ricca, la sua ha quel regime di vita che si porta appresso da quando sua madre conservava i barattolini in plastica dello Yomo nella credenza, ed era il tempo in cui non c’era tutta la varietà di yogurt al supermercato. Rinuncia a questo, rinuncia a quello – ma sempre senza farsi mancare nulla – qualche lavoretto di qua e qualche lavoretto di là e in più con il marito piccolo imprenditore, ecco che sua zia si ritrova con un tesoretto di risparmi. Ma la non notizia è che non li ha investiti ma li tiene tutti probabilmente sul conto corrente giacché non ha battuto ciglio quando ha acconsentito a elargirle il prestito che le ha permesso di estinguere il mutuo del suo bilocale da single. Fare questo genere di dispetti alle banche è fonte di grande soddisfazione, ti senti come Davide con la fionda ancora fumante mentre posava fiero per la foto ricordo con il piede addosso al cadavere di Golia. Per non parlare di tutte le teorie complottare che vanno di moda oggi, e se non passaste il tempo tra i video della Pausini che la fa vedere in concerto e quello delle auto parcheggiate sulla calletta patrimonio dell’Unesco avreste tutto il tempo per informarvi dai vostri amici grillastri che tentano l’evangelizzazione su Facebook con maggiore tenacia di un Testimone di Geova. La zia le ha fatto quindi firmare una dichiarazione casereccia in cui riconosceva il gesto e la cifra corrisposta e in cui si impegnava a mantenere quel tasso di interesse di un punto maggiore rispetto a quello della banca ma in fondo riconoscerete che è meglio dare i soldi a tua zia che ai colossi della finanza che, si dice ma non ci ho mai creduto, sottobanco comprano le armi per bombardare le strisce di Gaza e altre lande storicamente sfortunate. Così non ho difficoltà a immaginare la faccia dell’impiegato mentre approva la revoca del mutuo, in questi i tempi in cui la gente non ha nemmeno gli occhi per piangere, e tutto il sistema dei poteri economici forti che accusa il colpo per quei sessantamila euro di bottino che di colpo sono svaniti nel nulla del sommerso incontrollabile, dentro a un materasso o forse murato dietro a una piastrella alla mercé dei muratori che tra un centinaio di anni ristruttureranno il suo appartamento di proprietà. Ma la cosa divertente è, pur non avendo diffuso la notizia, sapete che i soldi che uno ha sono da sempre un argomento tabù, uno tra i pochissimi con cui si è confidata le ha chiesto se fosse sicura di non essere caduta in una rete di strozzinaggio, sai di questi tempi se ne sentono di tutti i colori. Un po’ giustamente si è offesa, un po’ le veniva da ridere a pensare alla zia che, oltre alla fuffa che accumula da sempre perché è stata cresciuta così, ha spazio nella sua vita per gestire un racket di estorsioni. Ma anche lei, la nipote destinataria del prestito intendo, è molto brava a gestire i suoi guadagni e in quattro e quattr’otto, corrispondenti a metà degli anni in cui ha pianificato di restituire il gruzzolo, estingue la somma. Ecco, stasera festeggiamo questo con un spritz in cui, anziché il prosecco come vorrebbe la ricetta originale, è stato usato lo champagne. Buono, vero?
Le banche non comprano sottobanco le armi. Consentono ad altri di acquistarle, però. (Legalmente.) Ed è tutto vero:
http://www.banchearmate.it/
Si, meglio arricchire la zia delle banche. Su questo concordo. Spero che la zia abbia anche la fortuna di goderseli i soldi.
Ci sono zie agguerritissime, però. Non so quanto convenga.