La maggior parte dei ragazzini oggi si avvicina alla musica perché ha un padre come me che, se non fosse per il pudore di salire su un palco con capelli e barba grigia che nemmeno i New Trolls, si immolerebbe tranquillamente in stage diving o altri riti da pop star. Ci sono poi le famiglie che pensano ancora che la musica sia un hobby da coltivare per i propri figli e così li spingono verso quelle scuole che ci sono oggi in cui, chi si fa due maroni così con il setticlavio e la tecnica tradizionale, può sfogarsi con quegli stili né carne né pesce grazie ai quali ciarlatani del calibro di Allevi poi si fanno i milioni sfruttando la vostra disinformazione. Ma indipendentemente da come uno inizia, non capisco perché tutti poi quando si mettono insieme per fondare un gruppo, suonano rock metal. Chi più verso il post-grunge, chi più verso l’heavy-pop alla Muse, chi più verso il prog metal tipo Dream Theatre, moltissimi un po’ di tutto questo con batteristi infervorati e inutilmente rumorosi, chitarristi che scappano in velocità che è un piacere, cantanti urlatori e tastieristi con costosissime pianole multifunzione tutti testa bassa e magliette da necrofilo a snocciolare cover con pessimi risultati. Proprio ieri sono stato costretto a subire un’esibizione di tre gruppetti a una festa dell’oratorio e vi assicuro che erano tutti così. Ma provate a dare un’occhiata agli annunci di ricerca musicisti e mi darete ragione. Ragazzini che si tingono i capelli di verde e blu per poi suonare i Queen o i Metallica. Sicuramente il rock è il genere più facile da suonare e in grado di dare gratificazione immediata. Poca riflessione, gusto scolastico, scarso senso critico ma tanta tecnica e dinamiche armoniche rassicuranti. La musica dilettantistica è quanto di peggio uno possa trovarsi di fronte, davvero, ed è molto meglio vedere ragazzini, anche scarsi, che praticano del sano sport. Qualunque, eh, anche il calcio.