guida di sopravvivenza a una eventuale vittoria elettorale dei grillisti

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Cari amici, le elezioni europee e amministrative sono oramai dietro l’angolo e a furia di hashtag e di sparate – oggi un Hitler, domani un Berlinguer – quei mentecatti dei pentastellari sono riusciti ad accendere il barlume di tifiamo rivolta cieca e ignorante che brillava latente in ogni qualunquismo somaro e vetero-complottista residente in Italia. Poi mettici i delusi a destra e a manca, quelli che pensano di potercela fare anche loro visto che ci riusciva gentucola del calibro di De Gasperi e Togliatti e, con un diploma alle professionali, pensano di scalare le mura del palazzo e occupare le stanze dei bottoni con la scusa del voto popolare. Insomma, da lunedì le vostre occasioni di confronto con il prossimo, se siete come me, si ridurranno ulteriormente perché nel peggiore dei casi avremo la conferma che, incontrando quattro persone, una non ha votato, una è seguace del miliardario anziano, l’altra è seguace dell’altro miliardario anziano e la quarta è del PD. Anzi no, perché del PD ci siete già voi che fate i calcoli statistici. Io comunque non ho nulla da temere. Sono campione regionale di discussioni di natura politica lasciate cadere nel nulla in ufficio, mi sono qualificato nei playoff di volume a palla del lettore mp3 sui mezzi pubblici in prossimità di popolo dotato di opinione, faccio parte della nazionale di trollaggio su profili a cinque stelle su Facebook, e insomma, considerandomi un anti-grillista della prima ora, posso dire di avere sufficienti risorse per indurre ancora qualche animo traviato dall’illusione del capello bianco e strinato come simulacro di avvenire a ripensarci, che l’amministrazione della cosa pubblica è un’attività per la quale non ci si improvvisa, che i dilettanti allo sbaraglio ci possono isolare culturalmente ancora di più di quanto siamo ora in Europa, che la strategia della semplificazione promossa dalla chiave binaria di pensiero unico tende a un livello di generalizzazione di approccio che, di questi tempi, è meglio evitare. Quindi niente, ricordatevi che anche se siete stufi di votare il meno peggio ci può essere qualcosa di sempre peggio. Poi non dite che non ve l’avevo detto. Dimenticavo: #vinciamonoi

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