squonk, “Transistor”: Penso di averlo visto una decina di volte in tutto, non riesco nemmeno a ricordarne il volto. Ma tutti sapevano che passava il suo tempo seduto vicino a una radio, e lo sapevo anch’io. Ascoltava stazioni misteriose: Praga per mia nonna era come il Borneo di Sandokan per me. Aveva un grosso apparecchio a transistor, di quelli che oggi si trovano in certi ristoranti che vogliono farsi chiamare trattoria e avere l’aspetto vintage.
minima&moralia, “Malamud racconta l’America più di una serie tv”: Malamud, ne Il commesso, non stacca mai gli occhi dai suoi personaggi. Non conosce digressioni, non usa flashback, non intesse sottotrame, non smonta la trama, non anticipa ciò che accadrà, ed è molto raro che i protagonisti abbiano anche semplicemente dei ricordi. La vicenda avanza come un ghiacciaio, lenta e inesorabile. Eppure la progressione degli eventi è tale che tiene concentrati fino all’ultima pagina, e in particolare fino all’ultima riga, dove il romanzo contemporaneamente si compie e deflagra. Dalle innovazioni delle serie tv americane, Malamud (morto nel 1986) non avrebbe nulla da imparare.
Rivista Studio, “Giorgio Moroder”: Ho scoperto che quando si parla di Giorgio Moroder si può dare credito alle leggende. Per esempio: ha inventato Donna Summer ma non sa suonare bene; “Love To Love You Baby” è nata per fare da colonna sonora a un’orgia; per anni è andato in giro vestito di pelle (pantaloni di pelle nera, cravatta di pelle rosa, golfino bordato di pelle beige); coi soldi fatti con le colonne sonore di Flash Dance, Top Gun, American Gigolò, Scarface si è preso una villa a Los Angeles di soli marmi e tappeti bianchi; Brian Eno durante le registrazioni di Heroes fece ascoltare “I Feel Love” a Bowie e gli disse: «Questo è il suono del futuro»; non è mai andato in discoteca, solo una volta è entrato nello Studio 54 a New York e si è annoiato. Poi due anni fa i Daft Punk gli hanno fatto raccontare la sua storia in un pezzo di RAM (“Giorgio by Moroder“), l’album più ballato vituperato osannato degli ultimi anni, e Moroder a 72 anni ha smesso di fare le parole crociate (leggenda) e ha iniziato a fare il dj, suonando a Tokyo Amsterdam Los Angeles.
I discutibili, “Transizioni difficili”: Ed è esattamente per questo che io, come altri, insisto molto sulla totale mancanza di questa elaborazione storica in Italia dopo il fascismo: se oggi movimenti come Forza Nuova o CasaPau (bau bau!) possono impunemente richiamarsi al fascismo nonostante una norma costituzionale come la XII disposizione transitoria e finale), è evidente come non si sia costruito un giudizio, dunque una narrazione, condivisa su cosa è stato il ventennio fascista.
FarOVale, “Le scollature delle signore”: Questo post avrebbe dovuto intitolarsi “Tette”, solo “Tette”. Ma mi pareva fosse un po’ troppo esplicito e non esattamente centrato rispetto a quello di cui voglio parlare. Anche se, di fatto, voglio parlare di tette.
Cominciavano a mancarmi i futuri degli altri… 🙂
ero in vacanza 🙂