1. La seconda cosa che rende evidente il fatto che proprio non ce la potremo mai fare (la prima era quando si diceva qualche giorno fa sui cartelloni pubblicitari lungo le nostre strade) è la densità abitativa che ci contraddistingue e la conseguente urbanizzazione e industrializzazione del nostro territorio ubicato in pianura.
2. Avete presente, vero, quegli spazi infiniti perfettamente suddivisi in differenti colture che fanno somigliare Germania e Francia, viste dall’alto, a una bizzarra trapunta patchwork o, percorsa in macchina, quella sensazione che non ci sia anima viva a perdita d’occhio e nel caso in cui vi si rompa la pompa della benzina mentre vi state godendo il panorama sulla strada delle vacanze trovare un meccanico il sabato prima di Pasqua conferisca un’aura miracolosa al tutto, facendolo somigliare più a un’epifania.
3. E proprio il fatto che si avveri una delle peggiori cose che il proprio immaginario considera tra gli accadimenti fatali più temuti – l’auto che ti si rompe lungo un’autostrada di un paese straniero per giunta non anglofono quando hai tappe e orari e soprattutto budget da rispettare – le ore trascorse protetto dal guardrail, in attesa del carro attrezzi dell’equivalente dell’ACI tedesco, ti consentono di valutare, nel paesaggio sconfinato che hai tutto il tempo di contemplare, il perché noi italiani abbiamo conciato il territorio così, anziché lasciare quell’impronta agricola da “Albero degli zoccoli” che ci avrebbe attirato sicuramente sentimenti più benevoli da parte degli automobilisti dell’Europa che conta di passaggio sulle nostre strade ma non in panne, perché certe Wolkswagen non si guastano. Mai.
4. Ma l’aver voluto emanciparci da proprietari terrieri e latifondisti per gettarci nelle braccia tentacolari di imprenditori dalla delocalizzazione facile in cambio di un bagno in comune sul piano di case di ringhiera al posto delle buche nei prati – l’impianto contadino antesignano delle fosse biologiche – è stato, oltre che illusorio dal punto di vista politico, anche deleterio sul piano dell’impatto idrogeologico. Il tutto per avere i soldi per poterci permettere le vacanze in posti come quello in cui mi sono trovato fermo a riflettere perché non ho i soldi per potermi permettere un’automobile a cui non si rompe la pompa della benzina nella sconfinata pianura tedesca.
5. Ma voi non invidiate un po’ quei terreni di pianura estrema con cavalli, mucche e pecore che pascolano lieti preparando il sacrificio del loro latte e delle loro carni a vantaggio della supremazia organolettica della mitteleuropa?
6. O le rare fattorie che punteggiano la campagna ordinata con mezzi agricoli altamente innovativi che costituiscono il tessuto economico del settore primario oltralpe e ne fanno uno dei loro punti di forza?
7. Insomma, agli italiani mettigli a disposizione una pianura e subito la riempiono in modo disordinato di capannoni industriali che poi, con la crisi, costano troppo a essere smantellati, e poi ripetitori, pali elettrici e un bel centro commerciale che non guasta mai. Nel migliore dei casi eh, perché all’hinterland milanese poteva andare peggio e ospitare tutta una bella discarica con vigneti e campi di pomodori utili solo a nasconderci sotto i rifiuti tossici della camorra.
8. Il tutto perché abbiamo questa cosa per cui sporcarci le mani di terra ci fa schifo, piegarci a coltivarla ci fa venire mal di schiena, percorrerla per controllare se non ci sono parassiti da debellare ci inzacchera le Todds di fango che poi non viene più via.
9. Ma poi arriva il carro attrezzi a interrompere i sogni di un’Italia civilizzata da francesi e tedeschi e mentre ti ritrovi nell’abitacolo del mezzo di soccorso con quella strana sensazione di essere inseguito da vicino dalla tua stessa macchina – non so se vi è mai successo ma vedere ricoverata la propria vettura anche se è un catorcio come la mia con destinazione ignota mette una certa tristezza – pensi che gente come quella a cui stai per versare un quarto dello stipendio per un intervento risolutore, loro hanno la fortuna di potersi prendere il meglio dell’Europa per undici mesi l’anno e il meglio dell’Italia, quella che spremono solo per ricavarne un concentrato turistico e culturale, per i trenta giorni di media l’anno che resta, in vacanza.
10. A noi nemmeno quello, perché andiamo in Toscana o in Sicilia e poi ci sentiamo derubati dai nostri stessi compatrioti e finiamo per trascorrere le ferie all’estero, con la consapevolezza che almeno i meccanici delle pianure tedesche non cercano di fregarti gonfiando il costo della loro manodopera.
Ricordo la campagna tedesca di 20 anni fa, le case ordinate erano una sorpresa d’ordine rispetto alle nostre, che allora somigliavano ancora a discariche con mezzo agricoli buttati lì, cataste di legna e rottami. Fu una sorpresa. Poi in Canada scoppio una gomma dell’aito a nolo e il terrore di non trovare un gommista in quegli spazi sconfonati e il prezzo salato che avremmo dovito pagare. Ma sono timori di chi non vive in quei pesi civili, dove la gente si è fatta in quattro per aiutarci all’esorbitante cifra di 6 dollari e in poco meno di due ore. Il tempo di cenare
Sei stato molto coraggioso. Se mi si fosse rotta la cosa della benzina (o una cosa qualunque) lungo un’autostrada tedesca, penso che mi sarei limitata ad accasciarmi sul guardrail tedesco e avrei invocato l’arrivo di batman (o di Fledermausmann)
Eh, il nostro territorio potremmo davvero trattarlo meglio, hai pienamente ragione.
Mi ricordo di quando ho fatto la ragazza alla pari a Monaco di Baviera (in un altro secolo, sì).
Ecco, nel quartiere dove stavo c’erano delle fattorie dove si andava a raccogliere le fragole, non so, mi era sembrato…fiabesco!
Mi spiace per la macchina, spero che la vacanza sia stata comunque bella! Ciao Plus.
anche a me tutto sommato è andata bene, il carro attrezzi in Germania mi è costato molto meno che in Italia
ho avuto la fortuna di trovare, all’altro capo della colonnina del SOS, uno spagnolo con cui sono riuscito a farmi capire. Non ti nascondo che il primo istinto, comunque, è stato identico al tuo
molto bella, anche se è costata il doppio 🙂