La regola numero uno nell’Internet e nelle vostre attività di personal branding – chiamiamolo così – sui socialcosi dovrebbe essere quella di controllare bene per filo e per segno quello che state per condividere, verificando che non sia una cosa superata e già ampiamente discussa, non sia una bufala, non sia un trucco, o una notizia priva di fondamento, un articolo dal titolo roboante ma senza contenuti contestuali. Quindi contare fino a venti e a quel punto riconsiderare se ciò che state per postare rientra nei parametri dell’idea che volete che chi vi legge o vi frequenta virtualmente abbia di voi. Se seguite questa procedura chissà quante volte avrete ringraziato quegli attimi di riflessione e quella pastiglia di temperanza il cui effetto è vedere con l’occhio adulto – adulto dal punto di vista della vostra anagrafica sull’Internet – per avervi impedito una figura un po’ così. Ma se della vostra reputazione, come spesso accade e magari è anche giusto, non ve ne può fregare di meno, tanto vale lasciar prevalere la smania dell’arrivare primo, tanto la moltitudine non vi si fila di striscio, se lo fa non legge quello che pubblicate, se vi legge lo fa distrattamente, se lo fa con attenzione non capisce il senso dell’articolo, se lo capisce si ferma al titolo perché è roboante, se non si ferma al titolo e legge tutto con attenzione e voglia di approfondire non rischiate nulla perché si tratta dello zero virgola zero zero zero uno per cento ovvero di quei pochissimi contatti talmente affezionati a voi che si berranno qualunque cosa pubblicherete. Ma nel duemila e quattordici si verificano ancora episodi di clic a cazzo su contenuti costruiti apposta per screditarvi con il prossimo duepuntozero. Magari siete attirati da uno specchietto per le allodole che ha le sembianze di un banner e che riporta una procace quanto disinibita testimonial di non so quale fatto straordinario che stuzzica la vostra ehm diciamo curiosità. Dietro quell’annuncio ovviamente non c’è nulla, al massimo qualche sito che vi promette guadagni facili. Invece la traccia dell’azione che può risultarvi fatale – dal punto di vista della considerazione che gli altri hanno di voi – sarà immediatamente condivisa e visibile a tutti se l’errore che avete appena commesso ha come splendida cornice Facebook, che tutto sommato è il posto dove è più facile perdere il controllo, smarrire la morigeratezza, dare sfogo ai più bassi istinti e decidere del proprio destino. Il mio consiglio, ma sono certo che anche su questo siete sufficientemente responsabili, è quello di seguire la stessa procedura di cui sopra – pensarci bene, contare fino a venti e quindi valutare ancora una o due volte se ne vale davvero la pena – prima di schiacciare qualunque cosa sia visibile e interattiva in una pagina Internet, onde evitare di dover fornire imbarazzanti chiarimenti sulle vostre inclinazioni. E comunque quella del bacio tra gente che non si era mai vista prima era una pubblicità. Vi sta bene.
Ah, ecco.
L’ho visto quel video, i protagonisti sono davvero perfetti.
La prossima volta prima di guardare qualcosa ti consulto eh? Ciao Plus!
Ieri sera ho aperto dopo mesi il mio profilo fb per condividerlo, quel video. Poi dopo un minuto ho pensato meglio e l’ho tolto, ma ormai fb era aperto allora mi son fatta un giro di cavoli degli altri e poi nanna. Ihihihi.
Pubblicità di cosa? E’ troppo carino quel video! 😀
Comunque il fatto di contare fino a 20 prima di pubblicare qualsiasi cosa, dovrebbe essere utile per chi pubblica esclusivamente link depressi, o solo stupidi e ridicoli… se ci pensassero, ogni tanto alternerebbero.
Un soffio…
Diciamo anche venti, venticinque, di secondi. Oppure controlliamo se l’han già postato in venti dopo venti secondi. La rosa dei venti. Vah che il titolo è una sciccheria delle tue.
😀 touchè, a volte faccio proprio la figura dell’antipatico
quello resta comunque l’uso principe di FB
sì è carino, a me sembravano troppo belli i protagonisti per essere gente comune. Comunque a me, in quanto a link depressi, non mi batte nessuno 😀
eppure non l’avevo considerato sotto questo punto di vista. Grazie del tuo valore aggiunto.