Mi manca un po’ quell’approccio per cui le cose da fare sono una rogna, tutte e indistintamente, che si ha quando si pensa di avere sempre qualcosa di meglio da fare, il che accade intorno ai vent’anni a meno di non appartenere a quella pletora di inani svogliati che tirano a sera leggiucchiando le vite degli altri alla tivù. Crescendo ogni passo da affrontare poi continua a essere una rogna ma per una serie di motivi che conoscete anche voi – si mette su famiglia, si pensa al dopodomani, si capisce che c’è bisogno di preservare sé stessi e una buona parte delle risorse prodotte per qualcosa di poco definito che ha da venire – e ogni cosa da fare diventa una rogna farcita di marmellata di dovere. Ogni morso quotidiano restituisce un campione di retrogusto di pasticceria industriale pronta all’assaggio, quelle robe inerti che metti nel microonde e pof! ti si gonfiano ricomponendo molecole e valori organolettici ma per una parvenza di piacere così superficiale che comporta una tripla beffa: li paghi a suon di soldoni, non sanno di un cazzo e ti fanno pure ingrassare in un modo chimico e anormale, un processo a cui il tuo organismo che per certi versi è lo stesso degli uomini primitivi che ingollavano carne cruda non sa come rispondere. Così è un po’ la vita: a una certa età le cose le devi fare ma non è detto che vadano fatte per il nostro bene, semplicemente occorre mantenere il ritmo per ricongiungerti alla fine con il piano di accumulo pensionistico – rigorosamente privato – con un certo equilibrio psicofisico. La difficoltà maggiore consiste nell’identificare qualche diversivo per non rimanere intrappolati nella routine, ma se fate un lavoro come il mio non è sempre facile. Stamattina ho pensato di spostare la scrivania, prima ero rivolto con le spalle alla finestra ma con l’età la luce contro il monitor diventa sempre più insopportabile. Ora sono a 90 gradi rispetto ai vetri e al sole che entra, da questa posizione sembra tutto molto più facile, almeno per oggi che ne avevo davvero bisogno, almeno quanto rendersi conto di come ci si riduce.
Hai fatto bene a spostare la scrivania, sì.
E credo che tu sia troppo creativo per rimanere intrappolato in qualsiasi routine, ti conosco solo dai tuoi scritti ma questo è ciò che traspare.
mah, questo non lo so. Di certo il lavoro, in quanto a routine, mi mette proprio alla prova. Comunque lo spostamento si è rivelato vincente. Ora cercherò di fare un cambiamento così ogni lunedì di mezza età