chi ha paura di virginia woolf?, “La solitude ça n’existe pas ( o sì? )”: Fa caldo compriamo le nuove magliette e le canotte per il mare, Voglio i Pokemon, Voglio i fumetti manga, Voglio le carte dei Pokemon, comprare i colori a matita, i pennarelli e le gomme! – ma le gomme se le mangiano, a scuola? spariscono sempre! conservare attaccati al frigo i messaggi d’amore a mammona, i pizzini, le minacce, Ro’ mi prepari il ciambellone da portare a scuola? preparare i dolci per festeggiare il compleanno a scuola, portare la Coca Cola a scuola e le caramelle a metà mattinata. Chiedere un’ora di permesso al lavoro per portare torta, bevande e caramelle a scuola del nano. E un pomeriggio, dopo tutto, niente.
Ciclofrenia, “Teoria della suddivisione temporale”: Il mondo ha bisogno di un nuovo inventore. Non di un anonimo programmatore americano di origini giapponesi che sviluppa le texture di GTA San Andreas e di cui scorgi a malapena il nome nei credits a fine partita, né del padre senza nome di innovazioni moderne come il post-it. Il mondo ha bisogno di un inventore vero, uno di quelli vecchio stampo, che si ricordi nitidamente per una singola, specifica creazione.
con altri mezzi, “WIN & FAIL / Satana è cool & Dillo con un pizzino”: Lo scrittore Bret Easton Ellis e il cantante e regista Rob Zombie sono stati ingaggiati per lavorare a una miniserie su Charles Manson. Non si tratterà di raccontarne la vita, quanto piuttosto di concentrarsi (in maniera prevedibilmente esplicita e cruda) sui delitti della Famiglia Manson commessi nell’estate del ’69. In Italia invece siamo ancora ai bigliettini delle medie. Scambiati però tra politici.
Gynepraio, “dove vanno a finire i buoni propositi?”: Invece i buoni propositi sono con noi tutto il giorno. Essi non sono intenzioni, accenni, idee al condizionale: potrei farmi rossa, dovremmo dare il bianco. Non hanno i lineamenti abbozzati e generici dei bambini di 2 mesi, che a quell’età sembrano un po’ tutti uguali. Essi sono entità dotate di una loro fisionomia adulta. I miei buoni propositi hanno dai 15 ai 20 anni. Escono sempre insieme e si dividono la mia attenzione ed i miei sensi di colpa secondo un criterio gerontocratico e patriarcale.
Ho Un Libro In Testa, “Il segreto dell’incipit”: C’era una volta. È la formula che dà inizio alle fiabe. Ma come cominciano i libri di filosofia? «Se questo discorso sembra troppo lungo per essere letto tutto in una volta, lo si potrà dividere in sei parti»: è l’incipit di Cartesio, nel Discorso sul metodo. Si ha quasi l’impressione che i filosofi cerchino di essere pedanti fin dalle prime battute, per spronare il lettore ad armarsi di buona volontà. Ma nelle parole di Cartesio non c’è soltanto metodologia, c’è la passione per le visioni articolate, per le avventure del pensiero; per la ragione, che riesce a districare i nodi più intricati.
The New Yorker, “The “Ulysses” of Concept Albums”: Gabriel’s induction comes on the fortieth anniversary of a watershed moment in his career: the release of “The Lamb Lies Down on Broadway,” his last record with Genesis. Representing a culmination of the excesses of the progressive-rock era and also, in some ways, a fracturing of them, “The Lamb” abides as a turning point for both Gabriel and Genesis.
Weekendance, “Il pistolotto: di che cosa parliamo quando parliamo di stroncature (aka: “La grande bellezza vs. la grande bullezza”)”: Quando si parla di recensioni, a me viene sempre il mente il “Maurizio Costanzo Show”. Il MCS degli anni d’oro, quello che andava in onda quotidianamente in seconda (ma anche terza) serata su Canale 5. Nel MCS di quegli anni c’era una (sorta di) rubrica fissa nella quale due avvocati di grido del giro romano – di uno ricordo anche il nome, Nino Marazzita, l’altro boh – si fronteggiavano su un tema di attualità. La cosa interessante era che il prendere le parti pro o contro l’argomento in questione da parte dell’uno e dell’altro avvocato, era legato al lancio di una moneta a inizio show. Cioè, loro fino al lancio della moneta non sapevano se avrebbero difeso o attaccato la tesi in esame. “Ma guarda”, mi dicevo, bimbo, affascinato dal relativismo delle opinioni oltre che dalla velocità supersonica dell’uno e dell’altro avvocatone nell’adattarsi a difenderle. “Allora è soprattutto questione di retorica. Che grande lezione di vita”.
grazie grazie