Se mettete a confronto il video della bulla di Bollate con quello del bullo di Genova e del suo farneticante monologo ai danni delle democrazia, non tanto di Renzi che, comunque, dev’essere uno abituato a prendere giustamente ceffoni, troverete non poche similitudini. Il non lasciar parlare, l’arroganza, la dialettica da appena posso ti metto le mani in faccia, i toni da capetto che occulta l’ignoranza con la prepotenza che poi è sempre così. Meno hanno studiato e più semplificano il pensiero. E poi lo spostare sempre l’argomento per non dare appigli di contraddittorio, tanto nei cari e vecchi metodi del fascio littorio capita che due squadristi ti tengono e il più alto in grado un giorno ti prende a calci in testa, un altro ti concede un minuto e non di più ma poi ti zittisce con la sua spocchia e la sua supponenza, fino a quando il giorno della soluzione finale ti si presentano a casa con l’olio di ricino a chilometro zero e poi sai che scie chimiche che fai in bagno. I due reportage più visti dell’ultimo mese hanno davvero tanti momenti in comune e sono la dimostrazione della voglia di mettere a tacere le discussioni con la violenza che abbiamo oramai noi italiani e non certo nei casi in cui abbiamo ragione. Senza contare il fare tronfio del buzzurro che, nel caso di Grillo, indossa giacca e cravatta ma che si vede che starebbe molto più a suo agio con gli indumenti da teppistello di periferia che cerca la rissa. Come la bulla di Bollate, appunto.
😀 😀 😀 😀 😀 😀 eh sì!
lo so, non c’entra niente col bullismo – ma potrebbe essere una sottile forma di bullismo, ora che ci penso – ritira un premio a casa mia! 😀
sai che non ho capito
insomma, in parole povere, dovresti passare da me per rispondere a qualche domanda 😀
ah guarda, metti pure qui l’indirizzo E IL NUMERO DELLA CARTA DI CREDITO 🙂
ma io non ti facevo così SFACCIATO! 😛