Rivoluzione e colpo di stato sono termini talmente inflazionati da avere un potenziale persuasivo pari agli adesivi della lega di cui sono cosparsi i pali dei cartelli stradali nelle periferie padane o, se vivete ad altre latitudini, garantiscono una redemption di eguale entità rispetto a quelle minuscole pubblicità autoprodotte che stanno appiccicate ai caselli autostradali, quando ti fermi a prendere il biglietto senza contare la percentuale di utenti Telepass che al casello non ci si ferma nemmeno. Tutti che invocano la rivoluzione che si deve fare, tutti che gridano al colpo di stato che non ci sono arrivati prima loro a farlo, poi quelli che dicono di aver subito il colpo di stato chiedono di essere supportati nella rivoluzione, e manco a farlo apposta quelli che non hanno fatto in tempo a scendere in piazza per la rivoluzione pensano di aver sventato o intercettato le manovre per il colpo di stato. Ma le vestigia dell’uno o dell’altro gesto estremo non sono facili da riconoscere nelle situazioni di tutti i giorni. Voglio dire, la rivoluzione non sono certo quei quattro gatti con i forconi che stazionavano all’incrocio sotto casa nei giorni feriali, e il colpo di stato non è nemmeno qualche schermaglia tra maggioranza allargata e opposizione esagitata, l’asse che nasce di qui o di là per un fittizio fronte comune, o il Presidente della Repubblica che interviene a cazzo o a ragione. Converrete con me che comunque da qui, sul divano e con il portatile accesso, è difficile distinguere l’uno o l’altro. C’è un po’ di rivoluzione nel colpo di stato, e un po’ di golpe nella rivolta. Facciamo un po’ di ordine, però. Di qui si mettano quelli che pensano di fare la rivoluzione, di là quelli invece che vogliono il colpo di stato. Avvisatemi solo in qualche modo se c’è bisogno di me. Nel frattempo, metto su un disco.
Un vinile?
Ecco, btavo …metti un po’ di musica! Ci vuole!
ahaha genio.
Un bel vinilone anni ’80 dei Depeche può andar benissimo. Magari la raccolta doppia 101. Magici 🙂
Ecco, io tendenzialmente sarei per la rivoluzione…
rigorosamente
meglio distrarsi un po’, giusto
non partecipi al sondaggio? Cosa preferisci?
ho anche la videocassetta 🙂
ti dirò, ora come ora non penso ci sia una gran differenza tra le due opzioni. in linea di massima, forse la rivoluzione implica un qualche concetto di democrazia, sempre che subito dopo non avvenga un colpo di stato di chi si approfitta del caos rivoluzionario. ma non lo so. ho le idee un po’ confuse al riguardo. tutto dicono che ci vorrebbe la rivoluzione per cambiare lo stato attuale delle cose in Italia, ma non credo che si possa fare restando seduti in poltrona a sindacare…
non so se mi sono spiegata ah ah ah
ok, rivoluzione 1 – golpe 0
ti poni in modo saggio. Io ormai mi sono affezionato alla democrazia, che anche se poco efficiente come quella che c’è qui è sempre meglio di svolte imposte dall’alto o dal basso. Per cambiare le cose c’è sempre il voto, e se non cambiano probabilmente è perché abbiamo sbagliato a votare.
Daiiii! Invidia! 🙂