Andrea Beggi, “20 minuti”: Correre è un’attività contraddittoria, come il sesso: non vedi l’ora di iniziare e quando sei lì cerchi di tirarla per le lunghe, ma poi non vedi l’ora di arrivare alla fine, per poter godere, per poter dire “Ce l’ho fatta!”, per aggiungere una tacca, per farti sentire vivo, per provare un senso di completamento. E ora che ci penso, anche scrivere è un po’ così.
Fools Journal, “Fools Travel – Düsseldorf”: Fools Journal vi porta a Düsseldorf, la capitale del Land tedesco del Nord Reno-Westfalia che si estende su entrambe le rive del fiume Reno. Dal centro storico (Altstadt) alla Königsallee, da Medienhafen, la zona con i famosi edifici progettati da Gehry, alla Torre della Televisione (Rheinturm), ecco il reportage fotografico firmato da Salvatore Santoro.
Vittorio Zucconi, “In principio era la parola”: Ma il primo, formidabile erede di Berlusconi è stato Grillo che ha adottato e adattato le stesse tecniche della teatralità e della pubblicità, il sapiente passaggio dal serio – addirittura lugubre nel caso del sessantenne “entertainer” – al grottesco, dal predicatorio al complice, dalla commedia alla tragedia, che nel teatro italiano ha lunga e illUstre storia. Non per nulla Dario Fo, il massimo interprete vivente della Commedia dell’Arte (che commedia non è affatto, se intesa nel senso comune) simpatizza e s’identifica nel collega Grillo.
Autobiografia del Blu di Prussia, “The suburbs”: Probabilmente gli artefici dell’edilizia popolare, architetti e ingegneri e politici e chissà chi altri, non avevano ben presente l’effetto devastante che chilometri e chilometri di bruttezza affiancati orizzontalmente e verticalmente in materiali scadenti e colori opachi avrebbero prodotto, seppure a livello inconscio, su quella fetta affatto trascurabile di popolazione o popolo che ivi sarebbe stata destinata a vivere.
Rivista Studio, “Una (storia) milanese a Roma”: Se l’Esselunga sbarca nella Capitale (anzi, precisamente ad Aprilia), dopo grande ostracismo anche politico capitolino. Storia, fortuna e piccola dichiarazione d’amore alla creatura di Caprotti.
Speakermuto, “Una chitarra per lei”: Sono andato al banco dei pegni e ho detto all’impiegato che, siccome sono povero, non potevo dissanguarmi per una chitarra. Così lui m’ha chiesto un ventricolo
Civati, “Il fiorentino”: il clima è surreale. Renzi ha vinto le primarie, gli altri le hanno perse male e lo spettacolo di queste ore è tra l’autolesionismo collettivo (e di corrente) e la follia integrale.
Canzone del giorno
RDGLDGRN – Doing the Most