D’altronde provate a pensarci anche voi: a quanti dei vostri amici, parenti e conoscenti concedereste il diritto di voto? A parte la cerchia più ristretta, io già avrei qualche difficoltà a mettere insieme una lista con una manciata di persone. Un tempo avevo una mia teoria, la concessione di una sorta di patentino civile da ottenere previo esame di storia e educazione civica. Insomma, devi conoscere i segnali stradali e come comportarti a un incrocio per guidare un’auto, giusto? Allo stesso modo se non sai il perché di certe cose corri il rischio di portare ogni discussione sulle foibe ancora nel 2013, di comprare i libri di Pansa, di prendertela con il tuo sindaco per il patto di stabilità e cose così. Ma oggi che la gente ha davvero raggiunto uno stato senza precedenti, e lo stato ha distanziato la gente come non mai, e dovreste conoscere sia la percentuale di individui in grado di comprendere il significato dei testi che, dall’altro lato, l’autoreferenzialità della cosa pubblica, pensare che l’accesso al sistema sia a numero chiusissimo e ridotto ai minimi termini da chi a malapena raggiungerebbe la sufficienza impone una ridiscussione dei parametri di selezione per non trovarsi tra i soliti quattro gatti che sono sempre gli stessi a fare tutte le cose. Un po’ come succede con i genitori che partecipano alle attività della scuola che sono gli stessi che incontri alle iniziative culturali che sono gli stessi che incontri alle manifestazioni e così via. Senza contare che da quando sono in auge i test a risposta multipla nel nostro sistema formativo, i dubbi sulla veridicità dei risultati di questo tipo di esami sarebbero ancora più fondati. Io comunque sono uno di quelli che vorrebbero tener duro, e non mollerei di un millesimo la definizione dei criteri di accesso alla società per mantenerla civile. Sono altresì certo che se ci fossero questi corsi obbligatori di “saper vivere in uno stato normale” non ci sarebbero più problemi legati al proporzionale o maggioritario, persino il bipolarismo perderebbe di significato, e gente come me sarebbe piena di amici e uscirebbe di casa, ogni mattina, con il sorriso sulle labbra lieta di calarsi nel mondo. Ma così non sarà mai, per questo non colgo l’utilità di iniziative elettorali persino come le primarie, perché rimettono in mano a una discreta fetta di politicamente incompetenti i destini di partiti e cittadini stessi. Ah, ovviamente stavo scherzando. Ehm.