Lo sapevo. Ho la nave tra SOLO dodici ore e già c’ho l’ansia. Diciamo che io e il viaggio non siamo proprio tanto sulla stessa lunghezza d’onda perché per indole io adotterei le onde corte e al massimo starei in un raggio ben ridotto e circoscritto al centro di casa mia. Nel senso che adoro i preparativi e l’attesa e fare armi e bagagli e poi, quando inizia il conto alla rovescia, vado in tilt. Ma questo da sempre, eh, non è un decorso dovuto alla mezza età. Anzi, certe cose ho iniziato a farle già maturo. Per esempio sono un campeggiatore neofita e mi organizzo vacanze in un modo in cui mai avrei pensato da ragazzo: a contatto con la natura si colgono sfumature umane altrove impensabili su campioni sia stranieri che italiani. C’è più tempo per osservare aspetti anche minimali e riflettere su concetti che, tra quattro mura, passano in secondo piano. Puoi fare paragoni con il prossimo perché anch’egli è nudo, pardon, in costume quanto te. Puoi pensare a tutti i modi in cui quello che hai intorno potrebbe essere meglio. Così ogni anno vado là, su quell’isola che da quando ho conosciuto mi impedisce di fare il bagno altrove, posti dove ti capita di fare pessimi incontri come questo, e tutto per trascorrere una vacanza all’insegna della totale immobilità. Poi quando sei lì ti convinci che è la scelta migliore, il campeggio dico. Vedi i bambini che se la godono perché sono indipendenti, spesso nostro malgrado considerando la musica che ci impongono e i divertimenti pensati tutto sommato con poca attenzione al target, di cui noi intellettuali di sinistra faremmo volentieri a meno. Tutto per sconfiggere la grande paura degli ultimi giorni prima del rientro, quelli che vorresti non arrivassero mai perché hanno il sapore di un altro giro che si è compiuto fino a quando fai ritorno ed è tutto inevitabilmente come prima.
Io fin da bambina ho amato il viaggio, i preparativi, la strada da percorrere, l’arrivo che ti lascia sempre un po’ frastornato. Solo da poco ho cominciato ad amare anche i ritorni, gli arrivi dalla tua parte, richiudere le valigie, riaprire la porta di casa.
Buon viaggio. 🙂
Ah, però. Io odio fare armi e bagagli, è solo quando l’ultimo zainetto è stato chiuso che mi rilasso. Buone vacanze!
Non so se l’hai voluto. Probabilmente l’hai voluto.
Certo che l’hai voluto. OVVIAMENTE l’hai voluto.
Il post ponte, intendo.
Sei il più grande di tutti.
fino al tuo rientro, ti prometto di leggere tutti i riferimenti linkati! 😀 buone vacanze!
Non so se é la stassa isola, ma io il viaggio di ritorno l’ho fatto quasi un mese fa… Che tristezza. Il campeggio poi lo amo dall’infanzia e mia figlia si é subito abituata a quella libertà. Goditela Plus!
C’è solo da convincersi che la casa è sempre là che ci aspetta e che tutto il resto in fondo è una piacevolissima parentesi.
A me piace caricare la macchina e giocare a Tetris con le valigie.
no comment
Devo escogitare una ricompensa adeguata, una sorta di premio fedeltà, anzi, perseveranza.
Sì, confermo, è la stessa.
La ricerca della migliore condizione di impaccamento…
embe’ ce vo’… con ‘sto caldo, stare appiccicata al piccì non è che faccia un piacerone… 🙂
severa ma giusta