Allora facciamo finta per un istante che il mondo del lavoro non è così conciato male e che ognuno di noi può chiudere gli occhi e sfregarsi il naso o fare qualunque altro gesto scaramantico e in quattro e quattr’otto ci squilla il telefono e ci chiamano per l’impiego dei nostri sogni. Vi piacerebbe, eh? Io l’ho detto e ripetuto in più frangenti e in tutti i socialcosi in cui ho una presenza costante ma lo ripeto per quelli che si sono sintonizzati solo ora sulle frequenze di radio plus1gmt international e non è una cosa detta così per caso, nelle ultime settimane ho notato un sensibile aumento dello share che nel mondo dei blog si chiama clic quindi ecco un cenno di benvenuto ai nuovi lettori.
Dunque la classifica dei miei lavori preferiti vede al primo posto il tastierista dei Subsonica, al secondo il traduttore di uno degli scrittori americani che amo di più come Paul Auster, Percival Everett, Douglas Coupland che in realtà è canadese e Amy Michael Homes, al terzo lo scrittore americano tradotto in italiano da un traduttore come me e al quarto il maestro elementare watson. Bella, eh? Ehm.
Dicevo, giochiamo che abitavamo in un mondo in cui la crisi economica non c’era e sceglievamo cosa volevamo fare della nostra vita, ma solo per renderci conto di quanti lavori di merda in realtà svolgiamo e che se la disoccupazione non ci avesse dato un bel mestiere, mestiere di merda eccetera eccetera davvero mai e poi mai ci saremmo sognati di fare le cose facciamo. Social media manager. Web content architecht. Mavappianterculo dài. Ora lo so che molti di voi fanno il lavoro che faccio io o cose simili a scrivere trovate per la comunicazione on e off line aziendale per far vendere gente che sta dall’altra parte dell’oceano. Anzi, ci tengo a mettere nero su bianco che se tu che leggi sei un neurochirurgo, un assistente sociale, un insegnante o uno che fa cose manuali come far scatenare le formule chimiche (ciao raelina e complimenti per il diploma di maturità), i muri o gli impianti elettrici, ecco tutti gli altri si mettano una mano sulla coscienza e sempre in quel mondo platonico in cui non esiste la disoccupazione alle stelle possiamo parlarci chiaro e dirci che basta. Basta, davvero.
Qual è il valore aggiunto che rechiamo al mondo, ai nostri simili, ai nostri animali domestici, alle foreste minacciate dalle multinazionali, al buco dell’ozono, alla questione palestinese e a tutto quello che si aggira nell’orbita terrestre? Zero. E se vi raccontano che no, non è vero, l’economia mondiale risente anche del centesimo in punteggio di rank dei motori di ricerca conquistato grazie ai nostri contenuti redatti in ottica SEO e SEM, voi non credeteci. Per un miliardo di dollari guadagnato da una delle fortune 500 mondiali, a voi non arriva nemmeno l’ipostasi di qualche moneta sufficiente a pagare un cono gelato due gusti a vostro figlio.
Quindi sentitevi liberi di mandare affanculo se vi fanno pesare una scadenza non rispettata di qualche giorno a meno che, a causa di una vostra inadempienza, non sia morta una madre di famiglia sotto i ferri, un vostro alunno non abbia compreso i principi della consecutio temporum, un adolescente non acquisisca gli strumenti per difendersi in un mondo di tamarri con i genitori proprietari di SUV o non sia stato scoperto in tempo il vaccino di una malattia epidemica. Tutto il resto può tranquillamente aspettare che voi terminiate la vostra settimana di ferie. Sempre facendo finta che il mondo del lavoro non è così conciato male e che ognuno di noi può chiudere gli occhi e sfregarsi il naso o fare qualunque altro gesto scaramantico e in quattro e quattr’otto ci squilla il telefono e ci chiamano per l’impiego dei nostri sogni.
Impiego dei miei sogni: quando avevo quattordici anni era diventare il chitarrista (ebbene sì, lo confesso) di Vasco Rossi. Adesso sarebbe il romanziere, ma mi vergogno pure a scriverlo, io che devo fare l’editing anche alla firma sui bonifici alla posta.
P.S.: non ci pensiamo mai, ma i canadesi *sono* americani, dato che il continente si chiama così.
romanziere suona meglio di scrittore