Leonardo, “I blog del Fatto non esistono”: Io ho sempre pensato che valga la pena di scrivere in qualsiasi posto ti chiedano di farlo, per dire se Casapound mi desse uno spazio per me varrebbe la pena di scriverci: ovviamente parlando male di Casapound. Secondo me devono sempre essere gli altri a buttarti fuori.
Vittorio Zucconi, “Taci, l’amico ti ascolta”: Accettiamo, più o meno coscientemente, il “trade off”, lo scambio fra la comodità di poter comunicare, navigare, commerciale in Rete con il rischio di rinunciare alla nostra privacy, esattamente come corriamo il rischio di impastarci contro una montagna volando a 700 km ora o contro un Tir a 130 per muoverci e questo è ovvio, e parte del nostro vivere in società anche marginalmente tecnologizzate come la nostra.
Nessuno dice libera, “Non è un posto per signorine”: I chirurghi sono le star, sono il Mick Jagger che sale sul palco con la folla urlante che grida il loro nome. Noi siamo i tecnici del suono, quelli nell’ombra, quelli che fanno funzionare lo spettacolo, quelli che fanno sì che Mick faccia la star.
poco mossi gli altri mari, “C’era quella cosa”: Se la ritrovava davanti su fogli di vecchi quaderni, impigliata come uno sbavo di inchiostro sulla punta della penna. La inseguiva negli occhi di chi gli parlava, nascosta dietro senza farsi trovare. Gli interrompeva le parole faticose con cui rispondeva, obbligandosi a non distrarsi.
Claudiappì, “incipic”: L’incipit è un po’ come una stretta di mano. Decisa, moscia, tremolante, sudaticcia, fugace, insistente, con gli occhi che si guardano, con gli occhi che guardano le scarpe, con gli occhi che guardano le scarpe perché la persona ci mette in soggezione.
Internazionale, “Acqua pubblica”: Il 12 e 13 giugno di due anni fa, circa 26 milioni di italiani hanno speso qualche minuto del proprio tempo per votare due sì al cosiddetto “referendum per l’acqua pubblica”. Oggi ognuno di loro farebbe bene a spendere altrettanti minuti per provare a capire cos’è successo nel frattempo e cosa si potrà fare in futuro.
Linea d’Hombre, “C’hai centolire?”: Centolire era una donna, o almeno lo era stata. Una sorta di Patti Smith a vederla, solo più sporca e meno carica. Viaggiava con addosso uno spolverino nero, sembrava scivolare piuttosto che camminare, tipo come se pattinasse, se sfruttasse delle rotaie, non staccava i piedi dal suolo.
Grazie 🙂
(tra l’altro, trovo sempre cose interessanti tra gli aneddoti del futuro degli altri)
🙂