Quando incrocio uno con la barba bianca e con abbigliamento poco coordinato, diciamo così, mi viene in mente mio papà quando mi diceva che si sentiva come il protagonista del video di “Nuvole rapide” dei Subsonica – musica italiana che era di moda a fine secolo scorso – il vecchietto che corre con un paio di cuffie che saranno di qualità ma poco adatte allo sport tanto quanto gli indumenti con cui hanno vestito quel tizio nel video. Quando ero piccola mi chiedeva sempre di andare con lui, anche in bici perché ora capisco che si trattava solo di una scusa per stare insieme e io non l’ho mai seguito perché non ne avevo voglia e poi mi chiedevo perché facesse tutta quella fatica solo per correre. Poi una volta, ero già molto più grande, mi aveva fatto leggere un racconto di uno dei suoi scrittori preferiti, una storia di una specie di detective che doveva stare alle calcagna di un tizio e lo tallonava in lungo e in largo per Brooklyn ma non capiva perché l’uomo facesse tutti quei percorsi casuali. Poi invece si era accorto, tracciando l’itinerario su una pianta della città, che si componevano delle lettere e questa cosa mi ha fatto credere che magari anche papà volesse darci degli indizi di qualcosa o lanciare dei messaggi, e quando gliel’ho detto si è messo a ridere perché lui fa sempre da vent’anni lo stesso percorso e, se fosse così, avrebbe già perforato la carta a furia di calcare la stessa linea come quel modo che mi aveva insegnato per tagliare i disegni con la punta della biro, ripassando più volte la stessa linea e i contorni sul foglio. Mi diceva che lui da piccolo giocava così da solo, faceva le mappe dell’isola del tesoro e le scritte da appendere in cameretta, ma io preferivo cose più divertenti. E invece poi la corsa, che a me sembrava noiosa come fare tragitti in bici a vuoto solo per vedere la città da un altro punto di vista come faceva lui, dopo l’ho provata e ho capito cosa intendeva con quell’elenco di motivi per cui mi diceva sempre quanto gli piacesse. Il fatto che fosse gratis, la possibilità di avere un po’ di tempo per ascoltare musica in santa pace, fare sport senza esaltati che mettono in mostra i muscoli o si arrabbiano se sbagli un passaggio o ti fischiano se non giochi bene, e soprattutto che non si vince, non si perde e non si pareggia mai.
Quando eri piccolA?
ecco, sì. rispondi ad entrambi.
Immagino plus1gmt sia il padre della piccola che si è momentaneamente impossessata del blog (spero d’aver compreso il post).
Comunque anche la corsa porta alla competizione (appena uno ti si affianca e ti supera).
PNV, in effetti il tuo ragionamento fila. Io avevo cominciato a leggere sperando in una spiegazione di questo tipo ma non la trovai, e oggi ero abbastanza stanco 🙂
e non è la prima volta… 🙂
Perforare il foglio… spettacolo.
Speaker, a volte le spiegazioni rileggendomi non le trovo nemmeno io, comunque è così. Ogni tanto mi prende lo sconforto di non essere un buon padre e lo manifesto qui, con questi raccontini dal futuro che poi sono il massimo dell’egocentrismo un po’ come pensare al proprio funerale e vedere di nascosto l’effetto che fa. Ringrazio tutti comunque perché, oltre a seguirmi, cercate anche di capire e questo mi fa onore e non sapete quanto.
“Subsonica – musica italiana che era di moda a fine secolo scorso”. Ecco. Ora mi sento vecchia. 😀
e io che pensavo, con quel piccola, ad un ” banale errore ” di battitura. va be’ torno nella caverna…
mi sa che siamo coetanei allora 🙂