Converrete con me che la figura dell’uomo di fatica esiste ancora. Siamo noi, e siamo in tutte le case. Mariti, compagni, conviventi che comunque quando c’è da sgobbare siamo per forza di cose chiamati in causa perché i lavori pesanti, alla fine della fiera, spettano sempre a noi. Ci pensavo stamattina alle sette mentre guidavo e mi restavano ancora più di tre ore di strada dopo aver passato una notte pressoché in bianco per un mix di tossi diffuse altrui ed esuberanza felina e mentre crollavo dal sonno ma dovevo sforzarmi per portare la mia famiglia nel luogo di villeggiatura stabilito – una nota città d’arte italiana – la mia famiglia si era già addormentata e mi aveva lasciato in quel duro compito di non cadere nella tentazione di un fatale colpo di sonno. Loro dormivano tanto c’era chi guidava ed era naturale che fosse così. L’uomo è al volante sempre, in ogni situazione e quindi anche in senso metaforico. Perché capita ogni tanto di chiedere a tua moglie di lavare cortesemente i piatti mentre devi per forza controllare se si sono aggiunti nuovi follower al tuo profilo di Twitter. Oppure se non le pesa cambiare la lettiera dei gatti perché non puoi assentarti dal flame che stai seguendo sul tuo social network preferito. A me è successo, per esempio, di sottrarmi al tradizionale cambio degli armadi di stagione ma solo perché non avevo ancora ultimato un post per questo blog. Ciò non toglie, però, che le nostre consorti sentano come dovuto l’affibbiarci ogni scocciatura che secondo loro ci spetta di natura. Fare buchi con il trapano. Portare continuamente cose giù in cantina o in garage, per poi riportarle su qualche mese dopo perché occorre portare giù le altre che la volta prima avevate portato su. Togliere le tende e riallestirle dopo che sono asciutte. Per non parlare degli interventi sul pc di famiglia, già perché noi uomini siamo tutti periti informatici (e allora voi donne siete tutte cuoche? Eh?) e forniamo help desk 24 per 7, e ci spetta anche tutto ciò che è soggetto a un funzionamento meccanico. Dall’apribottiglie al motore a scoppio passando per serrature, giocattoli dei bambini e rubinetteria. E questi sarebbero i lavori di fatica, sento già mormorare le voci inquisitorie al di là dello schermo. No, però i trasporti pesanti li ho omessi in quanto sono un dato di fatto. Sposta il tavolino lì, la libreria sta meglio là, la cameretta potremmo rivederla perché il lettino è vicino a una parete esposta a nord. E noi a rimboccarci le maniche come quegli energumeni delle imprese di traslochi. Quando ce ne staremmo molto più volentieri spaparanzati a leggere il nostro romanzo preferito malgrado tutti quei rumori di aspirapolvere e lucidatrici. Ecco, la parità dei diritti dovrebbe essere un po’ più pari ma dalla nostra parte. Altro che.
“Perché capita ogni tanto di chiedere a tua moglie di lavare cortesemente i piatti mentre devi per forza controllare se si sono aggiunti nuovi follower al tuo profilo di Twitter. Oppure se non le pesa cambiare la lettiera dei gatti perché non puoi assentarti dal flame che stai seguendo sul tuo social network preferito. A me è successo, per esempio, di sottrarmi al tradizionale cambio degli armadi di stagione ma solo perché non avevo ancora ultimato un post per questo blog.”
Ma sei uno schiavista, altro che trench nazi 😛
Pensa anche a quelle povere donne divorziate: ieri sono tornata a casa dopo un passaggio veloce alla minifestazione del 25 aprile e ho cambiato la ram del mio iMac (due banchi da due al posto di un banco da uno, totale quattro: sciambula!) preso coraggio dal successo al primo colpo ho fatto quattro buchi col trapano per mettere i tasselli di sostegno di una nuova riloga nello studio. Confesso che ho pensato al mio ex, purtoppo l’intelligenza non sopperisce alla mancanza di forza e non sono riuscita ad avvitare fino in fondo le viti, per cui ho dovuto mettere uno spessorino altrimenti il bastone appariva storto.
Meno male che ho la lavastoviglie.
“minifestazione” è un refuso e non un gioco di parole, sono tremenda
Non commento perché sono una signora, nonché donna di fatica, nonché autista, cuoca, genitore …. Uguale all’uomo di casa che condivide ogni dovere domestico… se solo restasse meno attaccato al suo Iphone…
almeno qui, nel suo blog, un uomo può vivere in un mondo tutto suo 😀
pensa che io, il trapano, proprio non c’è verso
un lapsus oltremodo contestualizzato
spero si evinca l’ironia del quadretto famigliare, è tutto ribaltato da come si legge
Bellarticolo, ma concordo con chi dice… si spera sempre che alla fine vada tutto per il meglio!
ci adoperiamo per il bene comune, mariti e mogli