Pensavo che tutte le persone del mondo che lavorano da mattina a sera davanti a un pc potrebbero diminuire la propria carbon footprint e quella dell’azienda in cui operano producendo da sé energia elettrica, riducendo così i consumi e salvaguardando di conseguenza l’ambiente, che è di tutti, non dimentichiamolo. Non servono bici a pedali che sfruttano l’energia cinetica. Noi impiegati, come i piccoli roditori domestici che corrono nel loro mondo di cattività – che trova la sintesi in quel simulacro di emancipazione che sono le ruote dell’oblio – una fuga immaginaria senza fine, potremmo adempiere al nostro ruolo di auto-generatori di energia attraverso il movimento della rotella del mouse. Ci pensate a quanti chilometri percorre in media una rotella del mouse quotidianamente? Moltiplicate tale valore per i miliardi di operatori del terziario e per il numero di giorni lavorativi l’anno. Su e giù a scorrere documenti di testo, pagine web e finestre di programmi. Negli uffici, se facciamo una classifica dell’inquinamento acustico sottile che proprio come le polveri sottili non le vedi ma sono dannosissime, a fianco dei tic tic tic delle tastiere è tutto un trrrrrrr trrrrrr di rotelline. Nulla in confronto ai grandi decibel come le stronzate con cui i colleghi ostacolano la vostra produttività quotidiana (i miei no, eh, anzi, un caro saluto a tutti voi che mi seguite) ma che se ci fate attenzione vanno a formare un bordone costante subliminale ma mica poi tanto che vi accompagna senza sosta. Piccoli suoni per piccoli gesti ma che sommati possono fare grandi cose. Il futuro è qui e la rotella del mouse salverà il buco dell’ozono. Fino a quando i dispositivi touch spazzeranno via tutto e dovremo pensarne un’altra.
Io propongo una dinamo collegata alle mie gambe, in perenne movimento anche da seduto. Spesso, il mio compagno di stanza vuole chiodi e martello per fissarmi le scarpe a terra.
anche tu suoni batterie invisibili con il doppio pedale?
stavo proponendo la stessa cosa di speak. La variante sarebbe mettere dei pedali, tipo quelli delle vecchie macchine da cucine, e unire così l’attività fisica alla produzione energetica