Il Post, “10 canzoni contro Margaret Thatcher”: Dai Pink Floyd a Morrissey, un po’ di canzoni che citano direttamente l’ex primo ministro britannico e la sua morte
Linkiesta, “The Day That Thatcher Dies, dieci canzoni contro”: Musica contro la Lady di ferro: la top ten degli artisti che hanno cantato la rabbia anti-Thatcher
SacherFire, “una stronza in meno”: perché ogni tanto, il politicamente scorretto è necessario. Sempre che si debba considerare scorretto ricambiare il disprezzo.
Guia Soncini, “Che parte da Dante Alighieri, scansa Vito Crimi, e arriva fino a Roman Polanski (passando dai Soprano ma non da una commissione parlamentare)”: Una riflessione bisognerà farla, e non potrà che partire da quanto il giornalismo come mestiere, passatempo, hobby, sport, categoria, istituzione, quel-che-vi-pare si stia rendendo ridicolo affrontando quell’anomalia normalizzata che è Beppe Grillo, non potrà che partire dall’Amaca perfetta di sabato e dalla puntata di ieri sera di Gazebo, un programma che, fossi un giornalista parlamentare, da oggi chiamerei con un qualche nome in codice che sia la versione breve di «Mi chiamo Diego Bianchi, e ora vi faccio vedere come si fa» (dopodiché tenterei di investirlo sulle strisce, ‘sto stronzetto senza Inpgi che arriva a svelare la nostra pochezza disturbando il tradizionale bivacco alla buvette e gli imperdibili retroscena a casaccio.)
Il deboscio, “Manco le sottrazioni”: Gates e Allen, stessa posa della foto icona 22 anni dopo
La prosa della domenica, “Come John Lennon”: Il termine fantascienza, dicono Fruttero e Lucentini a pagina sessantasette del loro I ferri del mestiere, recentemente ristampato da Einaudi, fu escogitato da Giorgio Monicelli e Alberto Mondadori, per tradurre il termine anglosassone science fiction, e ci sono, dico io, due cose notevoli, nell’invenzione del termine fantascienza.
Pendolante, “Frammenti di umanitá pendolare/4”: Le otto del mattino. Sulla panchina del primo binario un uomo fa colazione; da una sporta estrae formaggio, wurstel e cipollotti dispensando morsi ora all’uno, ora agli altri.
La privata repubblica, “Il Caso Di Canio: I Bambini Ci Guardano”: Nella perfida Albione l’ingaggio di un ammiratore di Benito Mussolini sulla panchina di una squadra di calcio della Premier League – il campionato di calcio più seguito al mondo che trasmette in 212 paesi per un’audience complessiva stimata in oltre 4,7 miliardi di spettatori – è considerato un affronto allo spirito del gioco. In Italia no. E cominciano i distinguo, le ipocrisie, i sarcasmi.
Rivista Studio, “Saluti da Internet”: Un internet exchange point (Ixp) è una struttura che fa un lavoro molto semplice, elementare quanto importante: smistare il traffico web. «Senza posti come questo» ci spiega Valeria Rossi, general manager della società, «le comunicazioni sarebbero lentissime e complicate, perché non ottimizzate». Immaginate, per esempio, che il web sia composto da dieci computer. Ci sarebbero due modi di connetterli: potremmo unire ogni apparecchio a tutti gli altri, creando una fittissima e ingarbugliata rete, oppure potremmo collegarli singolarmente a un’undicesima macchina, che faccia da “referente” per tutti. Questa macchina si chiama appunto internet exchange point e, nella realtà, opera in un ambiente formato da milioni e milioni di dispositivi.