Se io vi dico Fletcher molti di voi penseranno all’istante alla signora in giallo oppure all’omonima regina della blogosfera genovese. E già qui ci sarebbe molto da scrivere. Invece no, questa volta mi riferisco a uno dei membri fondatori dei Depeche Mode che, come sapete, sono appena tornati alla ribalta con un disco davvero niente male. Andrew Fletcher è quella specie di ingegnere biondo che divide il palco con il resto della band ma che non si sa bene cosa faccia. Un tempo, quando i dM erano un quartetto e stavano tutti dietro ai synth a parte Gahan, andare a un loro concerto significava accettare sulla fiducia il fatto di assistere all’esecuzione di molte parti preregistrate o affidate a sequencer. Addirittura, agli albori, il gruppo si presentava al pubblico con un vistoso multipista a bobine, considerato il quinto elemento della band. Poi c’era Martin che faceva i cori, Dave che si sbatteva come una iena a far le piroette e cantare, Alan che lo vedevi sempre pestare le mani sulle tastiere, e Andrew invece nulla. Qualche balletto, battere le mani a ritmo, manovrare qualche manopola sugli strumenti e stop. Poi c’è stata la progressiva penetrazione della componente elettrica sull’originario tappeto elettronico, Martin quasi sempre dal vivo con la chitarra. C’è stata pure qualche turbolenza nella formazione, Alan è uscito dal gruppo ed è entrato un batterista che è una macchina quanto il resto del suono che i dM propongono ormai da più di trent’anni. C’è persino un tastierista in più. E ancora Andrew Fletcher è lì, in piedi dietro al suo set, un po’ imbolsito e sempre più ingegnere, ma la sostanza non cambia. A volte assente, a volte sul pezzo, qualche incitamento della folla, qualche passo a ritmo anche se l’età inizia a farsi sentire, qualche cursore da spostare qui e là, ma per il resto è sempre la stessa solfa. Nelle esecuzioni in tv, le telecamere non lo riprendono nemmeno. Forse è il manager stesso dei dM che si mette d’accordo con i registi e i cameraman. Quello lasciatelo perdere, gli dicono, che fa finta. Ed ecco il grande dubbio a cui non si trova risposta. Che diavolo fa Andrew Fletcher mentre gli altri dei Depeche Mode suonano?
A questa Fletcher sono sempre piaciuti i Depeche Mode 🙂
Però dobbiamo scoprire cosa diavolo fa Andrew!
Andrew per Andrew la medesima domanda si poteva porre per Andrew Ridgeley degli Wham.
si gode la pensione sul palco, secondo me
giusto. Peccato che il biondo degli 883 non abbia lo stesso nome
Io e mia madre ipotizzavamo fosse quello che cucina la pasta nel dopo concerto.
Oppure da la casa..
Boh..
vuoi dire che anche tua mamma è un fan?
Me l’ha trasmessa lei la passione per i DM..
grande!