L’Espresso, “Colleghi, non parlate di Ufo!”: Treni, alloggi, rendicontazioni: sono questi i temi che più affollano le conversazioni dei parlamentari. La stessa Roberta Lombardi consiglia ai suoi colleghi di tenere «tutti gli scontrini del mangiare/taxi/etc che li inseriamo a nota spese, voi intanto teneteli, per non saper né leggere né scrivere», rassicurando quanti sono preoccupati di «rimetterci in soldi con questo lavoro».
Diecimila.me, “Essere Casaleggio. Psicodramma su democrazia”: Casalegglo siete voi. Siete le centinaia di persone che hanno risposto a tono, stizziti o stupefatti, a ogni iperbolica idiozia twittata da quell’inquietante profilo, con gli occhi bucati e lo sfondo apocalittico. Siete voi, il massimo comune divisore di un Paese che crede a tutto, abituato a credere a niente. Siete dei romantici, attaccati alla speranza, speranza scema, come alla tetta di una madre, romantici che in nome di questa speranza stupida hanno sacrificato tutto, la dignità, la cultura, il senso critico, il senso di appartenenza a qualsiasi cosa che non sia una mandria che muggisce.
The Post Internazionale, “Una gita ad Auschwitz”: “Per tre anni dopo la liberazione dal campo mia madre ha tenuto la foto di Stalin sopra il suo letto”, mi racconta un’amica la cui madre fu deportata dall’Ungheria nel 1944. Quella che sembra una dimensione infernale, incommensurabilmente lontana dal presente, non è poi tanto remota negli anni.
Studio, “Le regole contro il jazz dei nazisti”: 1) I pezzi di Foxtrot (cosiddetto Swing) non devono eccedere del 20% il repertorio delle orchestre.
Canzone del giorno
Foals – Late Night | Empty Space #1 à la Bibliothèque de l’Hôtel de Ville de Paris