Leonardo, “L’appello non a Grillo”: Grillo e Casaleggio possono consigliarvi, possono ammonirvi; possono anche minacciarvi (non so se quella di lasciare il MoVimento sia da considerarsi una minaccia) ma non è che possano fare molto altro. La decisione di sostenere o non sostenere un eventuale governo Bersani, la decisione di allearsi per qualche mese o qualche anno con il centrosinistra spetta a voi, che rappresentate il popolo italiano.
Il Post, “Google chiude Google Reader”: Mercoledì 13 marzo Google ha annunciato sul proprio blog la chiusura di una nuova serie di servizi, che non saranno a breve più disponibili, per consentire alla società di concentrare gli sforzi sulle attività che ritiene più promettenti. Come avevano temuto nei mesi scorsi molti utenti affezionati, nell’elenco dei sevizi che saranno chiusi c’è anche Google Reader, il sistema per leggere i feed atom e RSS messo a disposizione degli utenti nell’ottobre del 2005, inizialmente come un progetto dei Google Labs. Il servizio, che in questi ultimi anni non ha subito molti aggiornamenti ed era quasi abbandonato a se stesso, sarà chiuso il prossimo primo luglio. La notizia è molto dibattuta in queste ore, soprattutto tra la comunità di utenti che usano ancora oggi Google Reader per leggere gli articoli e i post dei blog pubblicati online.
Valigia Blu, “Il ciclo della notizia sull’elezione del Papa”: Infografica: come rinasce – e rimuore – una notizia.
Luca De Biase, “Biblioteche in cerca di alleati – Appunti per il convegno”: La loro geografia non è la custodia di una conoscenza passata, ma una sfida alla omogeneizzazione dell’informazione, agli algoritmi automatici della ricerca, all’impoverimento semantico della pura e semplice digitalizzazione. Sapere dove sono i libri (o gli oggetti della cultura o i documenti) aggiunge al flusso delle informazioni la sfida esperienziale posta dal tempo e dallo spazio che separano l’informazione dalla conoscenza.
The Post Internazionale: “Il futuro delle Isole Falkland”: Domenica e lunedì gli abitanti delle isole Falkland hanno partecipato a un referendum per stabilire se restare o meno sotto la Corona britannica. Il 99.8 per cento di essi ha risposto affermativamente: secondo il primo ministro del Regno Unito David Cameron, con tre soli voti contrari è “il risultato più chiaro che ci possa essere”.
ero Lucy Van Pelt, “We have the papa”: La ragazza delle domande ingenue chiede perche’ una volta eletto il Papa cambi nome, E perche’ Primo?, le rispondo e inizio a spiegare il perche’ di Francesco. La tipa di prima dice che il suo credo fa lo stesso col cambio di nomi, e parla del santo della sua religione Nigeriana. Mi sento un po’ affranta. Come si fa a spiegare la bellezza, evidente persino a me che fondamentalmente sono una laica, della scelta di un nome che torna alle origini della Chiesa e ai voti di povertà e castità?
Canzone del giorno
Liz Lawrence – Bedroom Hero