Ce n’era almeno uno in ogni classe e poi si riunivano tra di loro in compagnie un po’ ai margini. Era facile incontrarli quando gli stereotipi hanno iniziato a non essere più radicali e mentre prima non c’era proprio la volontà di mescolarsi poi le cose sono cambiate. E non mi riferisco certo alle operazioni commerciali come quando Run Dmc e Aerosmith hanno infranto il tabù che voleva i metallari confinati nelle loro cantine puzzolenti a suonare le chitarre roteando la testa. Dove abitavo io c’era un gruppetto di ragazzi conciati così, con i capelli tutti sfibrati, i jeans stretti alla caviglia, le scarpe da ginnastica alte, chiodo con sotto la felpa e il cappuccio che spuntava dietro. Dalla prima volta che si è parlato di lui non ho smesso di associarlo a quei tipi lì, non proprio adepti dei Manowar o roba di quel genere ma più sul fronte hard core. E oggi ne abbiamo uno al potere. Anzi due, ma l’altro, almeno, ha il buon gusto di incappucciarsi.
anche tu, come me, parli di tristi figuri…
A me sembra la versione triste di Branduardi.
Pensa un po’, io avrei detto che ha il capello progressive, un po’ alla Yes/Genesis/King Crimson dei primi tempi.
A guardarlo sa di sporco
a me sa di faccia da pirla
mala tempora eccetera
in effetti non hai tutti i torti, ma il capello progressive sovrasta una certa eleganza che il lui non vedo
giusto!
be’ vedo che, con qualche sfumatura, siamo comunque tutti d’accordo 🙂
che già di suo, branduardi, era abbondantemente tristanzuolo…
ho anche qualche 45 giri, per i bambini era comunque un personaggio affascinante