Pensavo che il record del ciclo di vita di prodotto più breve appartenesse alla carta da regalo. Se ci pensate, in effetti è così. Io la compro quando devo fasciare un pacco, di sovente il giorno stesso in cui consegno il dono. Rimuovo il cellophane dal cilindro della confezione, spiego su una superficie orizzontale la dimensione necessaria a ricoprire con un po’ di margine il volume dell’oggetto, taglio abbondando sempre di un po’, quattro pezzi di nastro adesivo e via. Ma poi tempo di un paio di ore e una furia si scatena su quei fogli colorati, mani più o meno bramose di vedere cosa c’è dentro. La carta da regalo ridotta a brandelli, la stessa che fino a poco prima era avvolta tutta bella tesa intorno al suo tubo, finisce di lì a poco nel sacco della differenziata insieme ai tovagliolini, ai fogli impiastrati di scarabocchi, alla confezione in cartoncino sezionata delle buste di cibo per gatti. Pensate alle sere dei dì di festa quanta se ne trova nei bidoni condominiali. A Natale, ma anche dopo i compleanni. Se fossi un produttore di carta regalo un po’ mi rattristerei del fatto che ciò che metto in commercio si separa quasi subito dal suo acquirente per finire al macero nel giro di nemmeno ventiquattr’ore, nemmeno si trattasse di un insetto o di un vegetale di quelli che vengono presi a esempio quando si parla di caducità delle cose e occorre usare una metafora. Tanti sforzi per stampare infiniti metri quadrati da arrotolare per poi finire tra i rifiuti dopo che nessuno nota la fantasia, i ghirigori, i disegnini, le illustrazioni. Tanto che io sono uno di quelli che usa la carta da pacchi, quella color carta da pacchi e con cui ci si fasciano i pacchi dello stesso colore. Quel neutro da spedizione che poi è anche bello scriverci sopra direttamente con il pennarello anziché usare i biglietti. Così il destinatario si sente in dovere di conservare quell’involucro perché un po’ speciale, l’autore lo ha personalizzato con le proprie intenzioni scritte che fanno le veci di quelle tristi cartoline omologate con Titti e Gatto Silvestro che malgrado siano nemici da sempre a San Valentino si mandano i cuoricini con gli sguardi.
Comunque non è vero. Nel senso che la carta da regalo non è il prodotto dal ciclo di vita più breve. Io non sono molto fortunato con l’elettronica consumer, che ci volete fare. Ho acquistato un portatile nuovo e a nemmeno 36 ore di vita è andato in tilt, come facevano i flipper di una volta quando li prendevi a spintoni con la differenza che il portatile non l’ho certo maltrattato, anzi, con quello che l’ho pagato per quelle due volte in cui l’ho utilizzato prima che si bombasse ho avuto la massima cura. Mai affezionarsi alle cose, specie quelle che vivono solo un giorno, come le rose.
Io la carta da regalo la riciclo. Provare a trasformare il computer in un tostapane? Ok, scusa, non si ironizza sulle disgrazie altrui
ora si è ripreso e ti sto rispondendo proprio con il tostapane