Philippe Ridet, “Due miracoli italiani”: De Giorgi e Vattani: Per candidarsi al senato è meglio essere fascista che gay.
Squonk. “Pesci rossi”: Da una delle sedie si alza un’altra donna, una di quelle conoscenze di quartiere, forse la madre di un compagno di classe del figlio quando andava alle elementari, o una di quelle facce che si vedono tutte le mattina all’altezza della terza porta del primo vagone della metropolitana fino a diventare conoscenti senza nemmeno sapere il nome l’una dell’altra; buongiorno signora, come sta, e quella che è appena uscita dalla porta risponde flebile qualcosa che sembra una frase fatta, di quelle che suonano finché ci vediamo significa che va bene e poi improvvisamente scoppia a piangere, e scoppiare è l’unico verbo che ha un senso, che riesce a descrivere la forza delle lacrime che le vengono fuori dagli occhi, scusi sa, è che oggi è l’anniversario della morte della mia mamma, lo sa che si è buttata giù dal balcone, non c’è giorno che non ci pensi, non c’è giorno che questa cosa non mi torni in mente.
The Italian Game, “1977. Capelloni su Ponte Vecchio a Firenze”
La linea d’Hombre, “4 Topolini e 4 Sofficini”: Quel giorno, tornando da scuola, assieme ai 4 Topolini accanto al piatto, avrei trovato per pranzo 4 Sofficini. Quando ancora i Sofficini non sorridevano e Carletto stava sulla luna. Avevo indottrinato la genitrice per benino. Era il compimento della giornata perfetta. Il prototipo della felicità.
Una vita in ritardo, “Legge, durerà?”: Ed era sempre lì, assorta nella lettura. Si interrompeva solo per dire “Hai visto? Sto leggendo!”, oppure “Mi piace!”. Entusiasta mi ha mostrato la funzione “dizionario”, fondamentale per lei, che deve ancora conoscere tantissimi vocaboli, perché le rende la vita di lettrice enormemente meno faticosa, quindi più piacevole.
Guido Vitiello, “La dittatura del carino”: Il carino, l’interessante e il bizzarro sono la moneta corrente spesa nelle conversazioni, nei giudizi informali, nelle chiacchiere del dopo mostra o del dopo film, ma anche il puntello delle recensioni e della critica d’occasione, che ha sempre bisogno di un carnet di aggettivi-tappabuchi. Hanno spodestato silenziosamente il bello e il sublime, che pure conservano, nelle loro roccaforti, il severo prestigio dei monarchi decaduti.
Canzone del giorno
The Tide Is High – The Paragons