Facebook è uno dei tanti luoghi online in cui è facile ritrovarsi con amici, semplici conoscenti o parenti lontani dopo decenni e vedere in cosa si sono trasformati dal punto di vista politico. Che poi sarebbe la stessa cosa scoprirlo da questa parte dello schermo, cioè nel mondo in carne e ossa, ma le possibilità che ciò accada sono remote perché difficilmente si scende a un livello così intimo di confidenza se ti capita di incontrare temporanee comparse della tua esistenza e re-impostare una qualunque conversazione con esse. Invece in barba alla riservatezza, e uno dovrebbe chiedersi perché sui socialini tutto è concesso e i freni inibitori sono rotti e guai a ripararli mentre de visu si consuma quasi sempre un’orgia di ipocrisie, dicevo in barba alla riservatezza non è nemmeno il caso di sbirciare nelle stanze altrui perché è sufficiente uno status, un articolo condiviso, un like su qualcosa e il gioco è fatto. Non che ci sia nulla di male, anzi, dato che è paradossale che l’orientamento al voto sia considerato un’informazione sensibile. E comunque uno non dovrebbe stupirsi di dove sono andati a collocarsi le proprie vecchie frequentazioni. Basta confrontare un qualunque sondaggio, controllare le percentuali e applicare la stessa statistica sul proprio universo conosciuto ed è facile che i numeri corrispondano. Persone che hai lasciato in odore di ARCI e che li ritrovi con il tricolore e i forconi pronti a marciare su Roma. Altri il cui qualunquismo generico ha trovato la sua naturale collocazione tra gli adepti della setta del noto comico genovese. Molti che vanno a ingrossare le fila del disimpegno, quello reale della disinformazione o quello auto-imposto dell’astensionismo. E un po’ ci rimani male, perché l’idea di riallacciare i rapporti con il cuginetto di terzo grado con cui trascorrevi le vacanze ti sembrava così romantica, poi scopri che nel frattempo ha maturato simpatie di estrema destra e insomma. Diciamo che non è il momento e che è meglio aspettare: in fondo, trent’anni in più o trent’anni in meno cosa vuoi che siano.
Facebook mi ha aperto incredibili orizzonti sulle mie frequentazioni passate e presenti. Ho scoperto, a volte un vero e proprio trauma, non solo tendenze politiche, ma anche religiose, sociali, culturali. Forse la faciloneria con cui si clicca un Mi piace dovrebbe essere riconsiderata perché davvero ora è Facebook a fare il monaco, non più il vestito. e allora ben vengano quelli che postano solo foto di gatti (?)
Io twitto volentieri ma a Facebook non ci ho mai pensato, non so.
E poi questo concetto di ritrovare persone perse di vista non mi convince, se ci siamo persi un motivo ci sarà!
A volte proprio la faciloneria con cui si può cliccare un Mi piace o un Condividi è fuorviante per chi osserva. L’immagine che si dà sui social network è sempre e comunque deformante e deformabile, a volte intenzionalmente.
Comunque, mi piace il titolo.
i nostri amici animali non sono mai stati così celebri da quando c’è l’internet
eppure con i tuoi servizi sulla Superba potresti diventare un fenomeno su FB
compagno di scuooooooooolaaaaaaaaaaaaaa, compagno di gnenteeeeeeeeeeeeeeeee
Dici che dovrei iscrivermi? Una pagina per il blog?