Cari genitori, questo post è per ricordarvi che quando decidete di partecipare a una qualsiasi iniziativa dedicata ai bambini ci sono alcune regole fondamentali che è importante osservare. E non mi riferisco a cose banali come spegnere il cellulare prima che vi parta la zumba che avete come suoneria o evitare di chiacchierare con gli altri papà e mamme durante lo spettacolo. La prima è controllare nelle informazioni a corredo dell’esperienza che siete in procinto di far trascorrere ai vostri figli l’età per la quale tale rappresentazione, concerto, laboratorio, lettura o film che sia, è stato pensato. La seconda è sincerarsi che l’età del vostro bambino o bambina sia compresa nel range di cui sopra, il che potrebbe sembrare una ripetizione della prima norma e invece, purtroppo, sappiamo tutti che non è così scontato. Perché il genitore di oggi ha raramente la percezione della effettiva maturità intellettuale ed emotiva dei propri figli, di conseguenza che uno spettacolo che va da sei a dieci anni, così sta scritto sul depliant, sia comunque adatto alla propria creatura che ne ha quattro ma è già così avanti, sa già leggere e scrivere un alfabeto tutto suo. Già. Poi sono gli stessi bambini che si piazzano sotto gli attori o i musicisti, toccano tutto, iniziano a spaccare la minchia agli altri che invece gli anni li hanno il giusto, per quell’occasione. Senza contare quelli che portano i figli piccolissimi che poi piangono o sono da cambiare, scorrazzano su e giù per la sala e la colpa è dei genitori che il mondo è una ludoteca gratuita o da scroccare, non riescono a contenerli e gli lasciano fare tutto perché sono più avanti, sanno già leggere e comunque se il contenuto è difficile gli fa comunque bene.
Un’altra buona norma da rispettare è quella di lasciare i posti davanti ai piccoli, qualora la sala sia provvista di sedie o poltrone nella classica disposizione a platea. Perché capisco sia piacevole accompagnare il pargolo nella comprensione della piece rappresentata, supportarlo in caso di sete, fame, pipì e pupù, o semplicemente godersi la sua vicinanza almeno un giorno alla settimana che fa sempre bene. Però poi i nanerottoli dietro non vedono più, specie se siete papà grandi e grossi. Non è un bell’esempio per i vostri figli. Che poi sono spesso i papà che durante i weekend approfittano delle iniziative organizzate per far trascorrere qualche ora senza la tv ai loro figli, nei pomeriggi allestiti alla perfezione dalle mamme durante la settimana apposta per poter dedicare un po’ di tempo a sé stesse e prendendo tre piccioni con una fava. Il bambino si diverte e tiene la mente occupata, loro possono impiegare il pomeriggio portando a termine quello che gli è stato impossibile in settimana, i papà possono sonnecchiare almeno un’ora in santa pace, al buio e al tepore di una sala teatro accogliente, stando attenti a non russare e a non farsi sorprendere da nessuno nel gesto inconfondibile della testa che cade addormentata sul petto. Perché se c’è lo schienale alto è finita, la testa va all’indietro e ci si sveglia solo con gli applausi alla fine.
Hai ragione su tutto, come sempre.
E ammetterò che il certi casi credo che mi assopirei anch’io 🙂
meraviglia! Ne scrivi uno anche per le attività a scuola? Grazie.
Ottimi consigli dsvvero. Dovrebbero essere scontati, ma evidentemente…
bel problema, i genitori
all’occasione che mi ha ispirato quest’invettiva c’erano due turiste orientali adulte e altissime in prima fila e nei due posti migliori, che non si sono mai tolte di lì e probabilmente non hanno capito che si trattava di uno spettacolo per bambini (in lingua italiana)
Strano che non si siano chieste come mai ci fossero tanti bambini.