Si fa presto a fare i genitori alternativi con i figli degli altri. Vi sarà capitato di sentire quelli i cui bambini schifano la Nutella, almeno a casa con mamma e papà, perché poi ci pensano i nonni e i genitori degli amici e loro stessi alle feste, mentre a merenda soddisfano gli istinti vegan-sciochimici dei fanatici padroni di casa sgranocchiando carote e finocchi crudi. Ah guarda, ti senti dire, a Pierino non gli piacciono i dolci. Guardi giù a cercare la conferma dagli occhi di Pierino – un nome assolutamente inventato, mi sembra ovvio – e Pierino è pronto a ripetere la lezione a memoria e a fornirti le battute imparate dal copione che deve ripetere dopo cena, davanti al focolare perché la tv non ce l’hanno. Ma poi ecco che alla prima tentazione del più bieco del food entertainment in commercio i pierini si scatenano con un consumo bulimico di sofficini e teneroni, e ti chiedono pure il bis e il ter di ovetti e pinguini e fette la latte. Mia figlia, tipico esempio di rampolla della più standard delle culture radical chic, ha in odio la Coca Cola e tutte le bevande con le bolle. Una vera compagna no global in miniatura, che gioca con le Barbie ma solo per emulazione del modello dominante. E a dirla tutta, non abbiamo fatto nulla per convincerla, semplicemente non le piacciono i liquidi gassati. Questo è un vantaggio perché ci ha permesso di stroncare alla nascita una delle tante cause di obesità infantile, ma anche perché la ha resa refrattaria a una delle più spinte operazioni commerciali natalizie fin dai tempi di Carosello. Gli spot che legano il Natale alla bevanda che in quanto a rutti provocati è seconda solo alla birra sono da sempre tra i più suggestivi in tempi di festività a consumo, come quelle che ci trasportano all’anno successivo, fine del mondo permettendo. Vi ricordate, vero, quelle melodie rassicuranti che iniziano con parole tipo “vorrei cantare insieme a voi”. Oggi, all’ingresso di un Carrefour Planet, un nome che la dice lunga sulle dimensioni del centro commerciale che lo contiene, c’era un tir della Coca Cola tutto rosso e tutto illuminato, uno di quei mostri che immagini sulle strade americane mentre insegue senza sosta automobilisti destinati a soccombere con la vita al primo rifornimento. C’era un gazebo e qualche animatore che a stento metteva insieme sillabe con le quali attirare il pubblico a entrare e ricevere in omaggio una lattina. Lo sapete che quando c’è da mangiare e bere gratis gli italiani non si tirano indietro, ed ecco perché poi vedevi tutti quanti, giovani e anziani e bambini vagare tra i prodotti dei negozi in franchising e del supermercato sorseggiando, malgrado il freddo preso fuori, la bevanda più famosa al mondo. Il tutto mentre commessi e operatori si sfidavano a versi, non quelli tipici della digestione provocata dalle bolle, ma quelli altrettanto grezzi della canzone di uno dei più noti cantanti italiani. Coca cosa?
Tua figlia è una bimba meravigliosa, ribadisco il concetto.
Io un po’ meno, spero che mi perdonerai questa mancanza ma a me quella bibita lì piace parecchio…eh, nessuno è perfetto, men che meno io 😉
Buon inizio di settimana!
A mia figlia non riesco a far bere nemmeno i succhi di frutta e non mi dispiace affatto. In compenso io sono golosa di Coca cosa e mi vengono i lacrimoni al suono della famosa melodia… Che ci vuoi fare, nessuno é perfetto.
anche a me non dispiace, ma poi alla fine stappo sempre una birra, che dà più soddisfazioni
hai visto quella con tutti gli spezzoni di videocamere di sicurezza?