Quello che guidava ha chiesto all’altro perché si fosse vestito da matrimonio. Era il caso di indossare un completo antracite con cravatta arancione, camicia azzurrina e soprabito scuro? Per non parlare delle scarpe sportive che comunque, decontestualizzate, non stavano nemmeno così male. Quello vestito da matrimonio ha ripassato mentalmente prima l’elenco dei capi che aveva addosso, che non risalivano a dir la verità al suo, di matrimonio, ma che in effetti facevano parte del completo che utilizzava nelle grandi occasioni il suo matrimonio a parte. Se per grandi occasioni si può considerare le nozze del cugino della moglie o cose simili. Poi ha pensato che risposta dare, ovvero il perché li aveva messi per quell’impegno di lavoro e solo perché era la prima intervista di cui era stato incaricato dalla nuova società. Ma trattandosi di un motivo così ovvio si è rivolto a quello che guidava chiedendogli il motivo per cui, ai primi di dicembre, tenesse l’aria condizionata accesa. Lui ha risposto con un ghigno impeccabile da chi deve svelare un segreto industriale parlando con una persona di lato e senza perdere di vista il traffico in tangenziale delle sette del mattino. Che poi, così pelato e visto di profilo, ricordava altro che una palla da biliardo animata. Ha risposto dicendo che quel modello di automobile lì è uscito con un difetto di fabbricazione per cui il parabrezza da dentro si appanna che è un piacere, e il riscaldamento altro non fa che rincarare la dose di condensa interna. Quindi non c’era altra soluzione che mantenere l’abitacolo freddo. L’altro allora gli ha fatto notare che un viaggio di 150 chilometri in quelle condizioni sarebbe stato ai limiti della sopportabilità e che lui non poteva certo permettersi di ammalarsi, all’inizio di quella nuova avventura professionale. Quello che guidava gli ha suggerito di coprirsi bene, non c’era altra scelta se non quella di viaggiare con i finestrini abbassati e che poteva scegliere anche una combinazione tra i due sistemi. Poi al primo autogrill si sono fermati, l’altro ha preso un the bollente, quello che guidava ha preso un caffè, e prima di ripartire ha estratto dal portabagagli un sacco a pelo, dicendo all’altro che gli poteva essere utile fino a destinazione.
150 km con l’aria condizionata d’inverno… ammazza dè…. ma è praticamente un racconto dell’orrore! 😀
Sono d’accordo con Niko..mi vien freddo solo a pensarci!
un viaggio in Transilvania